sabato 4 febbraio 2017

Sara e Francesco - Cà Palagnini

cardoso
cardoso è forse un pò meno attraente di altri paesini qui sopra però è il più popolato perché nei paesi sopra che sono stati valorizzati di più i prezzi sono lievitati sono quasi tutte seconde case qui la strada è di fondovalle  siamo relativamente vicini all’autostrada  stiamo bene abbiamo due ristoranti e una bottega oltre al palazzo della cultura un amico di stoccolma  che è stato qui per otto mesi mi faceva notare che per l’aeroporto di pisa ci voglion quaranta minuti e poi dipende dalle esigenze che hai se hai esigenza di mille cose sei fuori dal mondo sennò no

mutuo da pagare
quando ero a montelupo fiorentino facevo l’impiegato si voleva comprar casa e si fece delle offerte e tutti no no allora siamo venuti qui e dopo quattro mesi mi telefonano dicendo abbiamo accettato l’offerta tu ti rendi conto come la tua vita può cambiare se accettavano subito ora sarei lì con un mutuo da pagare e invece… perchè all’inizio tutti dicono dove cazzo vai a stare devi andare a piedi come fai a portar la spesa ed è vero il problema c’è però io quando stavo in città ero assillato dal parcheggio  o mi sfondavano i vetri della macchina ogni posto ha le sue menate

la crisi
nel 2008 2009 a montelupo fiorentino c’era una realtà dinamica avevano chiuso il centro storico al traffico aprivano nuovi negozi facevano piste ciclabili lungo il fiume poi è arrivata tutta insieme questa crisi ovunque affittasi vendesi i turisti che iniziavano a calare poi un sacco di costi il mutuo della casa l’affitto del negozio di sara tutto un casino così e alla fine lei ha detto perchè non ce ne andiamo a cardoso? 
sul crinale
per la ristrutturazione della casa ho seguito i principi della bioarchitettura non ho voluto la carta catramata ho voluto il sughero il tyvek che fa respirare s’è cercato di usare materiali naturali mi piace perché è una casa che si appoggia sul crinale direttamente sulla roccia e segue la conformazione del terreno quando sono arrivato era una stalla diroccata 

tu sè matto
ora sto bonificando la zona vicino al ruscello partendo dalla scarpata vicino al canale ho rifatto un muretto di sassi tirandoli fuori come denti dalla terra riportandoli giù ed è un lavoro abbastanza lungo però poi dopo  lavorarci è più facile io tengo a posto e pianto anche dove non è mio dove c’è abbandono e in questo c’è uno scontro generazionale con mio padre che mi dice tu sé scemo un muretto a secco dove non c’è tuo tu sé matto


sulla parola
ho tanti piccoli pezzi di terra sparsi  qua e là attualmente sto coltivando in campi di sei persone più il mio senza nessun tipo di contratto senza niente solo sulla parola metto patate orzo segale cavoli verdure raccogliamo le castagne per fare la farina e poi sopra pietrasanta ho circa ottocento piante d’olivo e anche quelle sono parecchio impegnative sono sempre lì a dire le tengo o le mollo ora se col gruppo riesco a metterle in comune dividiamo il lavoro e la produzione


tanti stimoli
vò un po’ troppo da una parte e dall’altra ho tanti stimoli inizio tanti lavori devo cercare di focalizzarmi di più su uno e portarlo a termine ora per esempio mi è preso di impagliar le sedie ho imparato a un corso e da allora ogni inverno quattro o cinque sedie me le faccio
il laboratorio
Sara: questo è il mio laboratorio di ceramiche é stato una stalla una sala da ballo poi anche un laboratorio dove lavoravano il ferro è stato abbandonato per anni ci abbiamo messo cinque anni per ristrutturarlo 

i collezionisti
sono nata a venezia ho fatto l’accademia a carrara e a monaco di baviera faccio mostre in germania e in francia ho una galleria che vende i miei lavori a bolzano e una in francia son venuti anche dalla svizzera e da milano a cercarmi il museo di faenza fa una biennale dove son sempre entrata e lì vengono i collezionisti che poi ti vengono a cercare

il telaio
quando ho tempo lavoro anche al telaio questo è un telaio manuale come quelli antichi ma più funzionale quelli antichi erano enormi occupavano una stanza funziona così muovi i pedali e si muovono i licci l’ordito sono i fili la trama è il disegno schiaccio i pedali e tiro su i licci che mi tiran su le maglie e io passo il filo sotto in base a come metto i fili nei licci viene una trama diversa è un po’ difficile impostare lo schema ma quando è impostato poi è semplice seguirlo


il pennato
cà palagnini comprende me e fatti col pennato perché è laboratorio artistico ma anche vendita dei prodotti biologici fatto col pennato significa sbozzato non rifinito non sarà perfetto però è onesto sai da dove viene e poi il pennato qui è un’identità ci sono incisioni rupestri di pennati qui e in vari punti delle apuane la gente lo portava sempre appresso


bioeroi
fatti col pennato sono i prodotti da agricoltura bioeroica i bioeroi sono piccoli produttori di qui e dei paesini intorno c’è chi ha le pecore e fa i formaggi c’è chi fa il miele ci sono produttori di verdure chi ha l’agriturismo  ma c’è anche chi fa i cesti  chi impaglia le sedie non voglio che bioeroi sia solo agricoltura dev’essere un pò tante cose sennò si comincia a tagliar fuori persone che fanno lavori legati alla tradizione che promuovono il territorio siamo una quindicina ora a febbraio ci si riunisce l’idea è nata da poco a ottobre è iniziato facendo un mercato insieme in occasione di una mostra fotografica è nato un grande entusiasmo voglia di stare insieme di vendere ma anche di divertirci








cà palagnina, via vallinventri, 54, Cardoso di Stazzema (LU)
link:fatti col pennato - pagina fb: fatti con il pennato 
link.sara dario 
pagina fb: bio-eroi

intervista: fabrizio - foto: anna