Queste le immagini della bella iniziativa organizzata da Lunigianarborea (http://lunigianarborea.blogspot.it/) in collaborazione con il Consorzio della Quarantina il 16 novembre al castello di Terrarossa.
Oltre 300 varietà esposte provenienti da ogni parte del mondo, da quelle andine, dove la patata cresce anche allo stato selvatico, a varietà europee selezionate da fine '700 a metà '900.
La storia della patata inizia 8000 anni fa, sulla Cordigliera delle Ande, vicino al lago Titicaca, tra Bolivia e Perù, a 3800 metri sul livello del mare.La regione dl lago Titicaca è tuttora una delle zone del continente americano più ricche di specie di patate selvatiche.
Le popolazioni di coltivatori e cacciatori, che popolavano il Sudamerica da 7000 anni, iniziarono l'addomesticamento delle piante selvatiche di patata, selezionando colore, forma e dimensione dei tuberi e riducendo il contenuto di sostanze amare e tossiche.
Nel 1942 gli Inca che vivevano sugli altopiani andini coltivavano più di 3000 varietà di patate. La biodiversità era indispensabile per la sopravvivenza: se un anno in una zona qualcosa andava male,c'era smpre una varietà che poteva salvarli.
Gli Inca svilupparono una patata diversa per i diversi tipi d'ambiente, l'esatto contrario di quello che si fa oggi, una sola patata per tutti gli ambienti.
Nel 1565 l'esploratore spagnolo Gonzalo Jimenez de Quesada (1499-1579)partito in cerca d'oro, trovò invece le patate e le portò in Spagna dove vennero scambiate per una sorta di tartufo
Nel 1957 il botanico e scrittore John Gerard fu il primo a coltivare quelle che chiamò "patate della Virginia" in Inghilterra. Si ritiene che emigranti irlandesi abbiano introdotto la patata nel Nordamerica a Boston nel 1718.
Durante le guerre napoleoniche l'uso delle patate come cibo per le truppe fu preferito al grano,molto più deteriorabile,costoso e difficile da cucinare. E con l'arrivo delle truppe di Napoleone le patate arrivano anche in Italia.
Tra il Settecento e Ottocento in Irlanda la coltura della patata determinò un'esplosione demografica ma, tra il 1845 e il 1849, le infestazioni dei campi e i mancati raccolti provocarono una terribile carestia che uccise più di un milione di persone e portò a una massiccia emigrazione verso gli Stati Uniti facendo scendere la popolazione irlandese da 9 a 4 milioni di pesone.
Questo accadde anche perchè l'alimentazione dei poveri era ormai completamente dipendnte dalle patate e quasi solo da un'unica varietà, "the lampers", particolarmente sensibile alla peronospora.
La ripresa delle colture si ebbe solo con l'arrivo di nuove varietà di patate dal Sudamerica.
Particolare importanza rivestono le varietà locali di patata, spesso limitate ad aree ristrette e a rischio di scomparsa.
Nel genovesato è stata nuovamente diffusa la Quarantina Bianca (Quaantìn-a o Gianca) prodotta nell'area pressapoco corrispondente a quella di diffusione della lingua genovese, dalla Valle Stura alla Val d'Aveto.
Altre varietà genovesi, ormai rare, sono la Quarantina Prugnona, la Cannellina Nera, la Giana Riunda, la Cabannese e la Morella. Il 13 aprile 2000, venti produttori hanno costituito il Consorzio di Tutela della Quarantina Bianca Genovese.
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