siamo qui da 14 anni coltiviamo tutto noi abbiamo l'orto e il frutteto uno o due giorni la settimana vengono due del campo di extracomunitari di varese a darci una mano a volte viene qualcuno che si ferma cinque o sei mesi poi se ne va e poi ogni tanto vengono i frati che devono fare il mese di solitudine e stanno nell'altra casa
ci alziamo alle cinque facciamo due o tre ore di preghiera e poi iniziamo a lavorare maria grazia era già un pò capace perchè anche sua mamma praticava agricoltura io no ho imparato qua però delle coltivazioni se ne occcupa lei io do una mano solo a raccogliere faccio le etichette mi occupo della contabilità
fino al '70 questo posto è stato abitato vicino alla chiesa c'era anche la scuola qui a buto c'erano 400 pesone negli anni '60 poi c'è stato il boom economico sono andati tutti a sestri a genova o in america son andati via tutti molti nella finanza nei carabinieri ora stabili che stanno qui tutto l'anno siamo in sette però un pò si sta ripopolando perchè ora vicino a noi c'è una ragazza che vuol fare una coltivazione di rose e un altro ragazzo vuole portare le arnie per le api
noi siamo suore dall'80 io e dal 70 lei prima eravamo in un monastero vicino alle porte di milano siamo tutte due di milano abbiamo scelto noi di andare in un eremo abbiamo trovato questo posto su internet abbiamo cercato moltissimo in lombardia ma le case costavano tantissimo poi abbiamo chiesto al cardinal martini di venire in liguria dove le case costavano meno abbiamo cercato a varese ligure poi abbiamo visto la foto di questa casa che ci sembrava adatta l'abbiamo chiesta alla parrocchia perchè era la loro abbiamo fatto un'associazione e l'abbiamo comprata
là c'è il mare vedete là che si vede la corsica per cui rimane molto temperato abbiamo le prugne gialle di sangiovanni e quelle rosse ciliegie mele pere fichi gelsi e poi tutti i piccoli frutti ribes lamponi more mirtilli fragole le uniche piante che c'erano sono le prugne tutte le altre le abbiamo messe noi le abbiamo innestate poi abbiamo piante di amarene e questi castagni che sono domestici sono tutti innestati l'abbiamo potati e innestati invece i limoni e le arance ce li dà un signora di monterosso
abbiamo la spaccalegna e la motocarriola per vivere qui bisogna attrezzarsi ci scaldiamo con la stufa a legna e abbiamo i pannelli solari per l'acqua calda con questa stufa qui e i pannelli solari siamo autosufficienti
da anni abbiamo problemi col vicino che non vuole togliere la sbarra dalla strada vuole che mettiamo una sbarra elettrica a spese nostre e una videocamera per vedere chi entra ma siamo fuori di melone ma anche il giudice che ha fatto questa sentenza è fuori di melone è uno che non ha mai visto la strada non si rende conto che qui non ci passa nessuno solo noi che ci abitiamo io agli avvocati gliel'ho detto qui la sbarra non la metterò mai preferisco farmi l'esperienza del carcere ah ah!
Siamo monache eremite che dopo anni di vita monastica cenobitica cioè comunitaria abbiamo maturato la scelta di una vita più solitaria e semplice,una scelta il cui cammino è stato accompagnato e supportato dal cardinal Carlo Maria Martini,il quale,possiamo dire,ci ha voluto bene e noi gliene abbiamo voluto...e tanto. E se è vero ciò che ci ricorda papa Francesco che "noi non abbiamo solo una storia da ricordare e da raccontare,ma una storia da costruire",possiamo davvero dire che ciò di cui oggi sentiamo più l'urgenza è guardare al futuro dove lo Spirito ci proietta, il futuro che è recuperare la vita in tutta la sua religiosità, nel sogno di vivere il Vangelo,convinte che il Vangelo si vive con poche cose. Ciò che cercavamo e di cui continuiamo a essere in ricerca è la semplicità di una vita laboriosa e silenziosa,uno spazio appartato in cui dilatare il cuore in una sempre più profonda comunione con le creature e il Creatore. Nel desiderio di riscoprire la nostra scelta di vita ci siamo messe in cammino proprio perchè fedeltà alla propria vocazione vuol dire ricerca e porta in sè anche il percorrere cammini un pò oscuri e imperfetti,ma è una spinta totalmente gratuita dove si avanza verso un sogno. Dopo diverse peregrinazioni alla ricerca di un romitaggio, per quella che a volte viene definita una "fuga mundi" (ma che in realtà significa fuga da un certo mondo dell'arroganza e dell'egocentrismo mentre la centralità resta la vita in cui vivere con passione il presente)abbiamo trovato un casolare semidiroccato nell'entroterra ligure in mezzo a boschi di castagni, vicino a un paesino abitato da anziani che si sta via via spopolando, casolare che abbiamo ristrutturato grazie all'aiuto di amici conosciuti e sconosciuti e che è diventato l'Eremo della Visitazione. Dal 2001 viviamo in questo luogo che amiamo dove la preghiera,il lavoro e il silenzio sono le dimensioni che sostengono e accompagnano la nostra vita quotidiana. La struttura del nostro eremo ci dà la possibilità, pur essendo in due sorelle,di vivere uno spazio di solitudine individuale. La nostra giornata è scandita dalle ore liturgiche e, nella spiritualità benedettina-monastica che ci accompagna,"viviamo del lavoro delle nostre mani". Come lavoro primario coltiviamo l'orto e i prodotti della terra che trasformiamo in confetture e conserve e che, come i primi monaci,vendiamo per il nostro sostentamento o, lavoro ormai raro, dipingiamo icone e facciamo il lavoro di impaginazione di libri. Le difficoltà non sono mancate,e non mancano,ma possiamo dire, con semplicità,che siamo felici di questa scelta,della nostra vocazione, del dono di questo luogo dove giorno dopo giorno matura la nostra ricerca di Dio e della verità dell'uomo alla luce del Vangelo di Gesù. Nello spirito monastico abbiamo anche la possibilità di accogliere chi desidera venire da noi per condividere anche per alcuni giorni la nostra vita. Difatti "Eremo della Visitazione"per noi ha voluto significare "quel mistero che ci parla di un'accoglienza mutua e discretissima,che non si logora con la moltitudine delle parole,ma che con semplici accenni,di fiaccole nella notte,permette una comunicazione e un riconoscimento umile", perchè al tempo stesso si possa scoprire che nel volto dell'ospite c'è anche un accesso all'idea di Dio .Così il volto dell'Altro entra nel nostro mondo,è una visitazione,è responsabilità,responsabilità nei confronti della storia,responsabilità nei confronti dell'umanità tutta. Noi non abbiamo da offrire grandi cose ma ciò che vorremmo offrire è il dono gratuito più grande del nostro Eremo che è il silenzio, la preghiera e la bellezza del luogo,vorremmo offrirlo a tutti con gioia, come realtà che ci è stata offerta e affidata per custodirla e donarla.
Suor Maria Patrizia e Suor Maria Grazia
intervista Anna foto Enrico
Maria Grazia Giambelli, via Buto - 19028 Varese Ligure (SP)
e-mail: eremi@libero.it
tel 0187/847594
Siamo andati domenica 18 settembre 2016 a questo Eremo, una strada sterrata infernale che senza una 4x4 non avanzi di un metro... C'era solo Suor Patrizia che ci ha gentilmente accolto e raccontato qualcosa su questo posto. Sono sicuramente due donne molto in gamba e determinate. Abbiamo comprato confetture, liquori, patè di olive, conserve, ecc... Eravamo in 7 e abbiamo preso un bel pò di roba. Il mattino dopo a casa ho assaggiato le confetture, erano le più squisite che avessi mai mangiato. Un pò carucce ma strabuone! Brave sorelle!
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