venerdì 30 marzo 2012

davide barcellone

alberi di natale 
i miei suoceri avevano un’azienda agricola a livello familiare verso la fine degli anni ottanta avevano messo gli alberi di natale e li vendevano poi hanno chiuso e i terreni sono rimasti abbandonati quando sono arrivato io i campi da anni erano invasi da acacie e mi è venuta voglia di ricominciare me le hanno affittate per niente giusto un affitto simbolico

scambio e baratto
io ho il fagiolo borlotto con fabio di mangia ce li scambiamo lui mi ha dato per esempio il mais dell’asciutto che metto quest’anno non l’avevo mai messo c’era mio suocero che lo metteva il mais poi non l’ha più messo perché glielo mangiavano i cinghiali viene a darmi una mano un amico che è un agronomo forestale che anche lui lavora poco come tecnico forestale gli piace la terra siamo molto amici ci scambiamo i piaceri cioè lavora con me gli dò due casse di patate un baratto perché certe cose tutto da solo non ce la fai i lamponi me li ha dati la giulietta i primi otto l’ho comprati alla fratellanza a peso d’oro al che la giulietta mi ha detto deh te li do io e gratis














il mulino
praticamente stava venendo giù l’abbiamo recuperato proprio in extremis una ditta di nostri amici ha usato tutte le calci naturali senza cemento questa è tutta calce non c’è neanche un po’ di cemento la porta vedi che è storta è fatta apposta perché l’architrave è storto dovrebbe diventare un piccolo punto vendita bisogna veder se la cosa funziona perché la sterrata lì è messa un po’ male qua macinavano castagne mais e grano c’erano due macine una del mais e grano e una per le castagne han finito di macinare negli anni cinquanta i nonni della mia ragazza e poi il tetto è tutto di castagno han fatto un lavoro spettacolare questo sembra un muretto in realtà era dove dormiva il nonno della franca quando tutta la notte il mulino andava dormiva qui sopra cioè era un ometto piccolo c’era una tavoletta qua per non cascare















la fidanzata  
guarda ho delle foto di cinque anni fa che qua era tutto bosco perché io l’azienda l’ho aperta nel 2006 quando mi sono fidanzato con franca io mi stavo finendo la casa a marinasco lei stava finendo la casa qua finite le case è nata la guerra no vieni tu da me no tu vieni da me entrambi eravamo molto radicati perché anch’io stavo in un bel posto a marinasco duemila metri di oliveto alla fine son venuto ad abitare qua e non mi son mai più mosso e lei continuava a dire mi spiace veder sta terra che mio padre non ce la fa più è stato un po’ un input io la passione della terra ce l’ho godevo proprio nel ripulire una piana per volta era un’archeologia contadina
















un’unica persona
le piccole aziende agricole hanno praticamente un'unica persona con tutti i ruoli da coprire coltivazione programmazione commercializzazione promozione e non sono banali nessuna delle quattro perché promozione mi sto rendendo conto adesso che è un lavoro perché puoi produrre tutte le cose più belle del mondo ma se non ti conosce nessuno buonanotte

mele e innesti 
in questa piana ho messo vecchie piante da frutto mele pere qualche pesca settembrina questa è una mela bianchetta innestata col metodo moderno con la resina vinilica mentre quella lì abbiam fatto una specie di gara io e mio suocero l’ho innestata sempre io con mio suocero però con l’argilla sia il mio che il suo hanno preso però mi è piaciuta la vecchia tecnica quello è un melo manzon son quelle grosse che durano per l’inverno si chiamano anche mele dall’olio per le macchie di aspetto oleoso sulla buccia gialla si conservavano per dare da mangiare ai maiali e per farle cotte nel vino le varietà l’ho prese alcune in val graveglia le altre in val di vara ho anche recuperato o innestato la mela bianchetta,la mela musona,la mela carla,la rosa moscateo,la rotella,la cassona
con le proprie gambe 
mi piace adesso riuscire a fare un po’ di rete con le aziende agricole che si sono smaronate delle associazioni di categoria questo tipo di agricoltura deve camminare con le proprie gambe e con l’aiuto di un' economia locale io ti dico non è il mio mestiere ho fatto l’agricoltore da poco per passione quindi inizialmente mi son fatto un po’ abbindolare facendo qualcosa come lo volevano gli altri cioè arrivano lì a tavolino allora devi raggiungere tot e tot di giornate lavorative e allora devi mettere tot di questo e ma a me non m’interessa metterlo  ma devi metterlo perché ti dà più giornate cioè così si fa l’agricoltura secondo loro poi alla fine ti trovi dicendo ma cosa sto facendo 



il territorio devastato
poi oggi mi trovate che sono invelenito perché in questi giorni mi stanno uscendo sui giornali gli articoli che qua vogliono far l’autostrada beverino riccò sì vogliono far lo svincolo a beverino nella piana di beverino e da lì far attraversare praticamente la superstrada quindi la piana di beverino diventa una bella piana di container perché lo scopo vero è che non sanno più dove mettere i container no hanno una concezione del territorio veramente sbagliata poi io probabilmente me la prendo troppo















  



i lupini 
questa invece è la piana che quest’anno sarà coltivata a lupini i lupini sono un legume che i miei suoceri han sempre coltivato per vendere alle varie sagre feste eccetera però ormai non c’è più nessuno che li coltiva rendono tantissimo migliorano la terra in una maniera favolosa me n’han data una manciata così tre anni fa e ho cominciato a metterli e a prender soltanto il seme e adesso mi son fatto quattro cinque chili di semi quest’anno cel’ho da piantare lo metti a metà marzo e matura fino a luglio senza irrigare ha radici molto profonde quindi lavora bene il terreno


















lo zafferano 
questo invece è zafferano ho cominciato a metterlo nel 2004 inizialmente mi han dato i bulbi quelli di campiglia nel 2003 ero socio e pensavo di metterlo lì poi è stato un macello trovare qualcuno che mi desse un terreno incolto perché se non sei proprio del posto sei fuori alla fine sti qua cominciavano a mettere il butto ho detto boh proviamo a metterli qua in val di vara una fioritura stupenda erano undici chili all’inizio dopo tre anni sono diventati venticinque chili alla fine ho visto che insomma si vendeva bene è una cosa un po’ particolare è bellissima ne ho comprati altri quaranta chili da sanna in sardegna se toccate la foglia sentite come è spessa quindi resiste va fatto tutto a mano in spagna dove ne coltivano grandi estensioni hanno fatto qualche esperimento di meccanizzazione ma è ridicolo



fissato coi fagioli 
gli alberi di natale l’ho sradicati e la prima cosa che ci ho messi sono stati i fagioli di tutti i tipi una piana di fagioli di tutte le qualità questa è l’unica piana grossa che ho... quando sono arrivato e ho detto ai miei suoceri voglio fare colture tradizionali m’han detto sei matto forse siamo troppo sognatori non so questo è un campo che abbiamo comprato quattro cinque anni fa siccome era abbandonato ho detto cerchiamo di trovare i proprietari l’ho pagato settemila euro è un pianone stupendo che veniva allagato dalla vasca del mulino quindi sono tutti strati di limo vengon di quei fagioli ha detto mio suocero una roba esagerata 



















la transumanza
le capre me le han date la mara e suo marito loro quando stavano per aprire il banchetto stavano impazzendo per le capre io invece se non avevo le capre morivo sta a sentire quanto sono esperto di capre siccome loro stanno qui dietro ho avuto l’idea di ripulire il vecchio sentiero che va sul crinale per far la transumanza cioè portare a piedi questo caprone che si chiama ettore poi la ada e la wendy erano tre capre loro m’han detto sì sì facciamolo così ho detto se me lo dicono loro che sono esperti di capre chiamo tutti i miei amici ho fatto un evento su fb la transumanza siamo arrivati là apriamo il recinto chiamiamo le capre facciamo dieci metri quando si sono accorte che ci allontanavamo dal paese sono tornate indietro noi a guardarci e adesso cosa si fa? ah ah! evabbè l’abbiamo caricate su un furgoncino il giorno dopo 





















la collezione
fagiolini in erba o fagiolini mangiatutto questo fagiolo cinerino della val di vara questi sono i ceci questo il fagiolo negretto si mangia tutto il bacello le cicerchie le fave questi i lupini il mais dell’asciutto il fagiolo dall’occhio rosso di pignone i piselli il fagiolo monachello con due colori il pisello nero di l’ago lo metto quest’anno per la prima volta

intervista: anna,marina - foto: peo

  1. Azienda Agricola Cornabrugia  via Valle 111, Riccò del golfo La Spezia




























Nessun commento:

Posta un commento