giovedì 31 maggio 2012

la nuova giunta





Mercoledì 6 giugno alle ore 17 si riunisce il primo nuovo consiglio comunale.
Tutti i comitati,le associazioni,i singoli cittadini si ritrovano davanti al Comune per dare un segnale alla nuova giunta su quello che tutti noi vogliamo:
maggiore trasparenza,rispetto della volontà popolare,
democrazia più partecipativa.
Venite e diffondete il più possibile

martedì 29 maggio 2012

maurizio zini e daniela gambino



la commissione europea
noi siamo originari io di genova e lei di arenzano però siamo stati via dall'italia per diversi anni siamo stati a lavorare in belgio a bruxelles in commissione nel frattempo ho comprato qui perchè ci piaceva conoscevamo la valle perchè sua zia è di mattarana abbiamo trovato questa casa qua ce la siamo comprata però non ce la potevamo godere assolutamente e allora a un certo punto abbiamo deciso ci siamo detti lasciamo perdere la commissione europea e veniamo qui



terreni abbandonati
siamo venuti qua ad abitare nel 2007 e nel 2008 abbiamo iniziato a mettere le piante officinali abbiamo preso in affitto dei terreni che qui sono quasi tutti abbandonati volutamente abbandonati perchè se li vai a chiedere per poterli ripristinare ti dicono di no in tutto abbiamo poco più di un ettaro non potremmo del resto gestirne di più ne abbiamo dedicato una parte alle erbe e una parte al ribes nero


la crème de cassis
originariamente l'idea del ribes nero c'era nata perchè nella gemmoterapia le gemme di ribes nero sono particolarmente ricercate abbiamo preso le piantine da meristema che ci mettono un po' a crescere poi abbiamo visto che i frutti c'erano venivano bene e abbiamo detto cosa ci facciamo e c'è venuto in mente che in francia c'è questo liquore la crème de cassis e allora siamo andati in francia siamo stati vicino a digione a nuits-st-georges un paese dove è tutto ribes nero tutte piccole aziende agricole familiari abbiamo fatto un piccolo corso e ora facciamo anche il liquore di ribes nero e con le erbe un liquore alle erbe


lo stress
le erbe sono sempre state la nostra passione ci siamo specializzati nell'essiccazione la nostra filosofia è che essendo piante che quando son spontanee hanno un aroma incredibile cerchiamo di ricreare le stesse condizioni le piantiamo noi però poi cerchiamo di lasciarle in condizioni di difficoltà è come con le persone che quando sono in difficoltà danno il meglio le piante che danno gli oli essenziali se sono in condizioni un po' di stress rendono al meglio qui lo stress idrico è impossibile ci vorrebbe un ombrello perchè piove sempre però la competitività con le infestanti finchè è possibile gliela lasciamo e non concimiamo


a barolo
il primo mercatino l'abbiamo fatto poche settimane fa a barolo hanno invitato i produttori della val di vara e cinque terre per un gemellaggio con le zone alluvionate ci siamo andati subito per noi è stata una festa era una giornata gastronomica dedicata alla pecora noi siam vegetariani ah ah


il laboratorio
c'era una vecchia baracca di castagno l'abbiamo accatastata e trasformata l'abbiamo divisa in due parti questo qui è il laboratorio invece di qua c'è l'essiccatoio ci sono le ventilazioni le prese d'aria con dei tubi che passano sotto il tetto e incamerano aria calda abbiamo fatto la copertura non in tegole ma in lastre di metallo che attirano il calore in modo che ci sia molto caldo e secco questo è il deumidificatore che facciamo andare solo nelle giornate di pioggia e per l'emergenza abbiamo il forno che utilizziamo quando abbiamo i fiori o piante terribili come la piantaggine che è buonissima ma ci vuole una vita per seccarla


dopo la rugiada
l'elemento fondamentale per l'essiccazione è il buio a essiccare fuori perdi il colore devi essere più rapido possibile prendere nel periodo balsamico migliore noi raccogliamo dopo la rugiada cerchiamo di finire prima di mezzogiorno veniamo qua e mettiamo subito a essiccare per non perdere gli oli essenziali adesso il primo che raccoglieremo a fine maggio è il timo che è in fiore ci si mette qua con la musica le tagliamo solo alla fine quando le mettiamo nei sacchettini rimangono più profumate


la formazione
abbiamo fatto un corso sul garda di natura teorica dove c'era un agronomo che adesso è diventato presidente della fipo federazione italiana delle piante officinali e poi siamo andati a fare uno stage in un'azienda nel grossetano 


col patema
è una coltivazione che non ci stressa se avessimo quelle coltivazioni soggette alle grandinate alle intemperie vivremmo col patema con le aromatiche invece vabbè la maggiorana l'abbiamo fallita per due anni di seguito per il freddo d'estate viene bellissima fa dei bei cuscinetti fino a ottobre resiste a dicembre resiste a gennaio viene la gelata di febbraio muore ora abbiamo trovato un punto più riparato proveremo per la terza volta


le coccinelle
eventuali parassiti li combattiamo con la potatura basta un po' d'attenzione se si agisce in tempo è sufficiente tagliare i rametti malati sennò ci sono le coccinelle abbiamo dei cardi che sono una fabbrica di coccinelle si riempiono di coccinelle basta prenderle e portarle sulla pianta infestata e loro si mangiano il parassita


la produzione
timo timo-limone salvia salvia-sclarea issopo elicriso santoreggia origano nepitella che qui è chiamata mentuccia la rotundifolia poi abbiamo l'achillea la piantaggine la lavanda la calendula il basilico greco e una pianta che noi chiamiamo basilico di montagna ce l'ha portato un anziano che viveva qua ha un aroma incredibile facciamo i sacchetti di erbe il sale aromatizzato il cassis e il liquore d'erbe


strisce blu
i terreni li abbiamo affittati per quindici anni qui c'è l'issopo quando è in fiore fine giugno luglio qua son tutte strisce blu son commoventi da quanto son belle lasciamo tutto così al naturale con le infestanti intorno è bellissimo come ambiente si lavora benissimo



i falsi
una cosa che ci fa impazzire che abbiamo scoperto coltivando e che non sapevamo è che ci sono delle infestanti che crescono attaccate alle piante vere e sono identiche cambia solo il profumo il falso origano il falso timo c'è il falso di tutto e non profumano probabilmente la famiglia si trova bene lì e ci cresce adesso ci abbiam fatto l'occhio e le riconosciamo perchè un minimo di differenza c'è però lì per lì non te ne accorgi è la genialità della natura


tutto da sè
l'acqua ci serve solamente quando piantiamo diamo un po' di rinforzo e poi basta poi fanno tutto da sé i cinghiali sono entrati però non hanno fatto danno non gli interessano le aromatiche non gli piacciono e poi ci sono i caprioli che saltano dappertutto



intervista: anna marina / foto: peo

Le Piccole Erbe, Casa Berretta, 32/ Varese Ligure
lepiccoleerbe@gmail.com







sabato 26 maggio 2012

mafia a la spezia


PROVINCIA DI LA SPEZIA
La Spezia è una provincia considerata erroneamente un'isola felice. Da un punto di vista geografico si presta a traffici criminali ed a investimenti di soldi sporchi. La provincia di La Spezia confina con la provincia di Massa Carrara ed il rapporto della DNA del 2008 era già chiaro in proposito: "......Significativi e ormai radicati insediamenti mafiosi si registrano infatti, oltre che nel Capoluogo regionale, soprattutto nel Ponente Ligure, ove si riscontra una presenza più numerosa di esponenti delle cosche della Piana di Gioia Tauroe delle cosche della città di Reggio Calabria, mentre nella Riviera di Levante e nella zona di Carrara (ove a rischio di infiltrazione appare anche il settore lapideo)il dato prevalente è rappresentato da presenze originarie della zona jonica calabrese e dal catanzarese."...... 
La Spezia
Il porto di La Spezia interessa alle organizzazioni criminali mafiose tanto che non è raro assistere a sequestri ingenti di partite di cocaina, a volte addirittura superiore alla
tonnellata. Si presume che tale porto per i traffici criminali sia in linea con quello di Gioia Tauro.In questa città sono presenti 'ndrangheta e camorra.Si registra una particolare attenzione per le slot machines. 
Sarzana
A Sarzana vi è una locale di peso della 'ndrangheta. Indagini dei ROS hanno appurato tale presenza. La locale partecipa anche alle riunioni con i nuovi clan marsigliesi.
Si registra un'attitudine alla gestione degli appalti ed al condizionamento della politica. 
Cinque Terre
I locali sulla costa sono delle appetibili prede per i vari clan. Parte del settore turistico alberghiero si presta inoltre agli investimenti criminali per la ripulitura del denaro
sporco.E' necessario inoltre vigilare sulla ricostruzione a seguito delle alluvioni che hanno causato ingenti danni. 
Conclusioni
La provincia di La Spezia va monitorata con grande attenzione. Il rischio è molto alto per la ricchezza presente sulla costa. 

mostra renzo benzo daveti


    • HOURLOUPE, Vle Amendola 186 La Spezia
      sabato 16 giugno 2012

  • di fronte a noi il cemento
    dei muri che delimitano
    la città
    la soffocano in un imbuto
    di ferro e sassi
    la città delle armi
    la città degli arsenali
    la città che non vogliamo
























lunedì 21 maggio 2012

L'Apebianca di Forlì


Questo succede a Forlì!Riusciremo un giorno ad attuare un progetto del genere anche a La Spezia?


L’apebianca arriva a Forlì con uno spazio che propone oltre 1.000 metri quadri di esposizione che riescono a offrire al pubblico prodotti biologici, servizi ecosostenibili ma anche eventi culturali e e di scambio con incontri dedicati al vivere etico. Sostenibilità è la parola chiave, ma non solo quella ambientale, con la Cooperativa sociale Ecoliving si parla di sostenibilità sociale, etica e territoriale, infatti su questi criteri verte la scelta dei prodotti e servizi offerti al pubblico.
I fornitori e i partner de L’apebianca dovranno rispondere a severi requisiti, in primis la provenienza nostrana dei prodotti così da rilanciare l’economia locale del territorio, senza sottovalutare la bioqualità certificata e l’eticità comprovata.
L’idea di offrire servizi genuini che si discostano dalla grande distribuzione di massa è stata una conseguenza dell’evoluzione di un movimento più complesso che pone le sue origini nell’ormai lontano 2009. Dopo anni di attività ed esperienze, L’apebianca è pronta a fare molto. Vediamo in dettaglio in quei 1.000 metri quadri cosa si può trovare:
  • BIOttega, con il suo negozio alimentare alla spina. Pratico e senza sprechi, si elimina l’ingombro degli imballaggi che pesano fin troppo sull’ambiente e sulla salute dello stesso consumatore.
  • Km Zero, con la vendita diretta dal consumatore ai produttori bio locali.
  • Green a porter, perché anche l’abbigliamento può essere ecofriendly.
  • Cucù, indispensabile settore dato che secondo le stime UE i prodotti più pericolosi sono proprio i giocattoli. Cucù non offre solo giocattoli e accessori per l’infanzia ma anche cartolibreria.
  • Magaze, per arredare casa in modo naturale.
  • Bella Bio, per essere green a partire dal makeup con i cosmetici ecobiocertificati.
  • Libreria Diffusa, con le proposte di lettura da editori indipendenti.
  • Ecoliving Sportello Etico e progetto Turismo Responsabile
  • Verdepaglia Bistrot, l’area dedicata alla bioristorazione con caffetteria, pranzo e cena
  • Spazio Bimbi
  • Caffè letterario
  • Spazio Eventi
  • Esposizioni temporanee e temporary shop

martedì 15 maggio 2012

Maurizio Giangarè - Cooperativa La Gramigna



Io ho un obiettivo nella vita, diventare una rockstar… ora abbiamo fatto una band ex novo, facciamo della musica allucinante… non suono più il basso, suono la chitarra, usiamo delle accordature aperte per cui vengono fuori delle cose mostruose… gli altri mi dicono “te sembri saggio, e invece sei matto!”. 

Io ho iniziato 22 anni fa in via Fiume. Ero punk… dark… tanti anni fa. Mi sono laureato in agraria nel 1987 a Bologna e avrei dovuto fare la tesi – che parlava di come le api non riescono a sopravvivere intorno alle centrali nucleari – con Giorgio Celli, che insegnava entomologia ed è diventato molto famoso come ambientalista negli anni Novanta, è stato uno dei primi a parlare di lotta integrata, di agricoltura biologica, seguiva le mosse del movimento ambientalista e anche in Italia cominciavano a sorgere, come molti anni prima in Germania, i primi negozi bio. A quell’epoca eravamo tutti squattrinatissimi, non che ora vada meglio ma insomma, più o meno un lavoro c’è, uno stipendio arriva, e frequentavamo una cooperativa di Bologna che si chiamava Il Girasole, ed era gestita da persone estremamente in gamba, di cui una, Lorenzo Saredo, sarebbe diventato il fondatore del Baule Volante. La cooperativa funzionava bene, al punto che aveva un utile di esercizio a disposizione per poter aprire un altro punto vendita in un’altra città e aveva proposto, a me e a Marina (mia moglie) e a un altro paio di amici, di aprire la cooperativa qui a Spezia mutuandola dal Girasole. Abbiamo cercato in giro, fondi a prezzi economici non ce n’erano, è morta lì. Però l’idea c’era.  

Abbiamo cominciato con la vendita porta a porta di un piccolo ingrosso di prodotti di Parma, che vendeva le marmellate dell’Achillea, fette biscottate, un po’ di pasta, e le vendevamo agli amici, eravamo una specie di piccolo gruppo d’acquisto ante litteram. Era il 1988, eravamo appena tornati a Spezia. 24 anni fa. Poi alla fine abbiamo detto “proviamo a fare una cooperativa noi”. Abbiamo radunato un gruppo di amici e persone vicine, abbiamo fondato la cooperativa, c’era un collegio sindacale formato da amici, quando i collegi sindacali erano ancora gestibili da amici. 


Nel ’90 è nata la cooperativa. Abbiamo aperto il primo punto vendita in via Fiume ed eravamo tra i primi. Prima di noi avevano aperto a Sarzana gli arvendaroi, e parlo di due o tre anni prima. Sotto la stazione c’era questo negozio con le porte rosse e l’insegna, cartelloni fuori con scritto “biologico”, era una roba militante, una roba strana. Erano gli anni Novanta, in pieno edonismo. Non gliene fregava niente a nessuno. Poi, in una città come Spezia, governata da una logica militare, l’Arsenale, il disimpegno ambientale che si vede ancora oggi, con la sentenza di Pitelli, la centrale dell’Enel che dovrebbe essere chiusa e invece funziona, riaprono le discariche, la raccolta differenziata non funziona come dovrebbe… allora eravamo dei pionieri. La clientela di allora era tutta fatta sul passaparola, di amici degli amici, nel tempo abbiamo conosciuto delle persone straordinarie con cui oggi siamo amici fraterni. Molti venivano perché avevano dei bambini da svezzare e quello è sempre stato un ottimo modo per cominciare: non lo facevi per te, lo facevi per tuo figlio. Ancora adesso mi ricordo tante mamme che venivano e prendevano i prodotti per bambini, e le persone anziane che volevano ritrovare i sapori di quando erano bambini e mangiavano le cose dell’orto che avevano un sapore diverso dalla plastica dei supermercati. 


Ma noi per primi eravamo ancora ignoranti, quando le aziende ci dicevano “perché non cominciate a mettere il tahin” “e cos’è il tahin??”, la salsa di soia, piano piano è cominciata questa formazione alimentare importante e, soprattutto per me e Marina, è stata fondamentale la svolta macrobiotica, abbiamo conosciuto la Finestra sul cielo che era una ditta d’importazione di prodotti macrobiotici nella figura di Carlo Guglielmo, presidente della Finestra e consulente macrobiotico, molto in gamba, molto preparato, una persona straordinaria che abbiamo cominciato a frequentare in maniera attiva e ci ha cambiato la vita. Non era più soltanto “vendere prodotti biologici”, ma vendere prodotti per la salute, non convertire al biologico un’alimentazione convenzionale, ma dare una nuova visione dell’alimentazione: cereali, legumi, verdure, eliminare o limitare il più possibile i formaggi, i salumi, le carni rosse, verdure non essenziali come pomodori o patate… insomma, dando un’impronta macrobiotica e provando a fare assaggiare i fiocchi, i cereali, le alghe, il miso, la salsa di soia, condimenti anche un po’ particolari. Poi io sono sempre stato interessato alle erbe, per cui è cominciato un percorso iniziato già in parte nella facoltà di Agraria, di approfondimento dell’uso delle erbe per la salute, e visto che la normativa lo permetteva, perché un laureato in Agraria può vendere prodotti erboristici, abbiamo cominciato ad avere un piccolo settore di fitoterapici, selezionati in aziende che lavoravano in maniera ottimale il prodotto, raccolta delle erbe in tempo balsamico, cura particolare nella preparazione delle tinture e dei pastigliaggi; anche quelli contribuivano a dare una spinta verso la salute. 


Chi veniva da noi trovava e trova ancora, anche oggi, il consiglio alimentare, il consiglio fitoterapico, un’impostazione importante sullo stile di vita, per cui questo è un po’ la nostra visione del mondo, un mondo che non va verso i centri commerciali, non perché noi non ci siamo dentro, ma perché noi proponiamo un rapporto diretto con le persone; le persone vengono, devono chiedere, devono avere delle risposte, devono sapere che la cosa più importante non è mangiare il riso integrale; sì, mangiare bene, ma anche fare attività fisica, pensare in maniera pulita, usare tecniche corporee come lo yoga, il tai chi, ma anche semplicemente non passare le domeniche in cubi di cemento… la città è quello che è, ma abbiamo le Apuane a un’ora, le Cinque terre, un entroterra di colline meravigliose; stare in mezzo alla natura, ritrovare l’istinto per vivere nella natura. Questo è il nostro obiettivo. Il nostro obiettivo non è fare il negozio grande, il supermercato grande, anche se poi naturalmente ci piacerebbe aprire un posto bello, con il ristorante e il negozio vicino, però sono cose che ci diciamo da dieci anni e non le abbiamo mai fatte, siamo ancora così come siamo. Molto ruspanti.

Non abbiamo il monopolio. E questa cosa mi riempie di gioia e lascia un po’ sgomenti a volte i rappresentanti che vengono qua e dicono “ho questo prodotto, ve lo diamo in esclusiva”, e io dico “non mi interessa, vendilo a chi vuoi, anche al negozio a 300 metri da qui”. Noi non abbiamo problemi di esclusiva, non ci interessa. Se tu credi realmente in una visione dell’alimentazione, della dieta, della vita naturale, etc., quanto più si allarga il consumo di questi prodotti, meglio è. Paradossalmente va anche bene che li vendano i supermercati, la grande distribuzione. Il problema è che lì devi già essere un consumatore accorto, perché se hai bisogno di una benché minima informazione nessuno è in grado di dartela, la grande distribuzione e la cultura alimentare viaggiano su due binari completamente diversi, non sono certo dei nostri compagni di strada. Negli anni abbiamo svolto un lavoro grande; abbiamo quasi ottocento soci, anche se ora l’associarsi alla cooperativa è venuto un po’ meno. In questi tempi di magra economica è difficile che uno spenda 25 euro per sostenere una cooperativa, quando le stesse cose le trova in negozi che non gli impongono questa scelta. Giustissimo dal punto di vista economico, ma ciò che diamo in confronto agli altri è sicuramente qualcosa di più, e poi dietro questa associazione c’è il sostenere un progetto che va oltre il discorso commerciale.

Le persone vanno e vengono. Abbiamo un bacino di utenza così ampio che a volte le persone non le vedi per mesi, per anni, ma poi ritornano, perché il lavoro che abbiamo fatto nel tempo i frutti li dà; c’è chi ci segue con fedeltà assoluta da ventidue anni, chi ci ha seguito, chi ci ha abbandonato… è cambiato molto il mercato del bio, i negozi spuntano un po’ dappertutto, a Sarzana ne hanno aperti tre, ne apriranno uno a Lerici, c’è una situazione in continuo mutamento; il nostro bacino di utenza non era solo la città. È vero che ogni negozio ha il suo stile, la sua impronta, penso che chi è attratto dalla macrobiotica avrà sempre noi come punto di riferimento per i consigli o per i prodotti, che per noi hanno una valenza molto particolare, anche se c’è stato il disastro di Fukushima io credo che la dieta macrobiotica sia «»la dieta dell’essere umano” e che quindi, anche se non useremo le alghe giapponesi, cercheremo di dare una visione e un supporto alimentare ottimale.

Io mi definisco sempre un “negozio militante”, siamo quelli che eravamo ventidue anni fa, non siamo cambiati, mentre le aziende che ci riforniscono sono cambiate tantissimo. I rapporti che c’erano ventidue anni fa tra noi e i nostri fornitori oggi sono completamente diversi. Con le vecchie aziende abbiamo gli stessi rapporti, perché poi le persone con cui ci relazioniamo sono più o meno le stesse e quindi c’è anche un’amicizia di vecchia data. Sta venendo fuori un biologico nuovo, con le fusioni di grandi gruppi, quasi un monopolio del biologico che è in mano a realtà con cui lavoriamo veramente a disagio, perché sono troppo grossi, tendono ad avere una visione capitalistica, devono fagocitare il più possibile il mercato, vorrebbero avere un controllo totale del mercato.
Anche in questi nuovi punti vendita che si stanno affermando, marchiati Ecor, c’è una spersonalizzazione. Sono tutti uguali, dal Piemonte alla Sicilia. Secondo me è fondamentale che ci siano ancora realtà come noi. C’è un rapporto umano diverso.

Io sono convinto che le aziende con cui cerchiamo di lavorare, e che sono in grande crisi perché questo colosso li sta minando dalle fondamenta, facciano un lavoro di selezione e di qualità del prodotto che purtroppo si riflette in un prezzo un pelo più alto. Ecor ti dà un prodotto a un prezzo più basso su una qualità, secondo me, inferiore. Non hanno avuto problemi ad andare a cercare le granaglie a prezzo più basso in Cina, mentre gli altri cercavano di comprare in Italia e in Europa. Adesso, naturalmente, la rincorsa è a cercare di tamponare il danno che fanno queste scelte, perciò anche gli altri cominciano a prendere i legumi, i cereali lontanissimo da noi. Tutti però cercano di tamponare dicendo “OK, abbiamo i borlotti che costano pochissimo ma vengono dalla Cina, ma abbiamo anche il borlotto coltivato in Italia, costa un po’ di più però… non per un discorso economico ma ecologico, non dico a km0, ma di produzione locale, dove hai un controllo migliore, dove sostieni delle aziende agricole biologiche italiane, noi cerchiamo di fare anche questa scelta. 


Abbiamo ricominciato a lavorare con degli antichi mulini, cerchiamo il più possibile di lavorare con l’ortofrutta locale, quando proprio il nostro produttore di riferimento locale non ce la fa perché è nel cambio di stagione, deve ancora finire di trapiantare alcune cose, non riesce ancora a raccogliere le primizie, etc., purtroppo siamo costretti a prendere da Ecor, o da qualcun altro. Io credo che i negozi piccoli come noi devono avere chiaro il quadro: non bisogna farsi incantare da queste sirene che arrivano, se vuoi compri tutto da loro, dal prodotto confezionato all’ortofrutta, e non hai nessun problema, ti semplificano la vita, e invece non dev’essere così. Ci dev’essere una diversificazione. Se tu lavori con diverse aziende ti confronti anche con modi diversi di pensare riguardo al biologico, e non con un’unica filosofia di pensiero che, in questo caso, è il profitto. Non che gli altri non ce l’abbiano; purtroppo i rapporti sono cambiati. Nel momento in cui sono apparse figure commerciali nelle grandi aziende bio purtroppo è cambiato il modo di relazionarsi. Certo, era impensabile illudersi di poter andare avanti dando del tu ai proprietari di aziende che oggi fatturano tre, quattro, cinque milioni di euro. Però era bello che all’inizio fosse così. Purtroppo è troppo spersonalizzante il rapporto che c’è ora, per cui i negozi storici come noi sono rimasti pochi in Italia. Stanno tornando i giovani. 

Noi abbiamo una fascia di utenza che è la classe media, impiegati, insegnanti, operai, persone normali che comunque continuano, nonostante questi tempi di crisi, a venire, perché siamo stati clamorosamente favoriti dall’euro e dalle truffe che l’euro ha perpetrato ai danni di tutti noi, per cui andare a comprare all’ortofrutta in piazza del Mercato costa poco meno della nostra ortofrutta biologica; noi cerchiamo di avere una marginalità sui prodotti freschi, in generale, non troppo elevata in modo che siano alla portata di tutti.
C’è chi dice “il biologico non esiste, il biologico è una truffa, ti fanno credere che sia buono e invece è tutta rumenta”… non è vero perché chiunque mangia in un certo modo e assaggia i prodotti bio tocca con mano che il sapore, la qualità, gli ingredienti dei prodotti sono ben diversi dalla grande distribuzione e dai prodotti non biologici. Purtroppo devo dire che oggi i prodotti biologici freschi, parliamo di ortofrutta, contengono meno vitamine e sali minerali di quarant’anni fa. Questo grazie al fatto che in Italia si è continuato a usare una valanga di pesticidi, diserbanti, prodotti chimici di sintesi che hanno indebolito e impoverito il terreno, per cui oggi prendi un terreno che è stato coltivato chimicamente, lo bonifichi, per un paio d’anni fai agricoltura di conversione senza usare nessun prodotto chimico di sintesi, diventi un’azienda agricola in conversione, dopo cinque anni diventi biologico e fai tutte le concimazioni di fondo col letame, usi le alghe, i minerali, gli oligoelementi… purtroppo le piogge acide e tutto quello che è stato fatto al ciclo delle acque, al terreno stesso su cui coltivi, non ti dà più la ricchezza in vitamine e sali minerali di quarant’anni fa. Pagheremo il conto tutti, perché abbiamo usato troppa chimica e ora le conseguenze ce le mangiamo tutti. 

È evidente che il prodotto biologico di oggi è cento milioni di volte meglio del prodotto chimico di oggi; però purtroppo l’ambiente è sempre più inquinato. A volte le persone vengono e dicono “ma tanto poi l’aria…”, “le piogge acide…”… sì, ho capito, ma intanto non gli diamo nessun tipo di pesticida, non gli diamo nessun fertilizzante chimico, il sapore, la qualità, la vitalità delle cose sono completamente diverse, senza considerare il discorso degli OGM, che sono un rischio enorme contro cui dovremo lottare, anche se penso che andrà a finire piuttosto male, perché siamo perdenti su tutta la linea. 

Il primo anno, dove abito, ho coltivato la terra. Abbiamo fatto un bellissimo orto e non abbiamo mangiato niente perché se lo sono mangiato i cinghiali. E quindi, siccome usavamo l’acqua del sindaco, perché abbiamo recuperato una sorgente solo dopo cinque anni che abitiamo lì, e i cinghiali continuano a prosperare in quantitativi… io sono vegetariano da ventisei anni, ma sto diventando un fautore della caccia al cinghiale.

I miei sogni si sono realizzati. Ventidue anni fa lavoravo come insegnante precario sei ore alla settimana in una scuola privata, mi assumevano il più tardi possibile e mi licenziavano il prima possibile, si campava un po’ così… quando abbiamo fondato la cooperativa la Gramigna nel ’90 abbiamo fatto lavoro militante per quattro anni, io per quattro anni non ho preso un centesimo, il primo stipendio è arrivato, me lo ricordo ancora, nel giugno 1994, l’ho segnato nel calendario… e tutti intorno contribuivano: questo mese c’è da pagare l’affitto, c’è da pagare l’INPS, c’è da pagare l’IVA… e i soldi non c’erano… quante volte ci siamo guardati nelle palle degli occhi: “cosa facciamo, chiudiamo? Basta, chiudiamo, è ineluttabile”… un’altra crisi analoga l’abbiamo vissuta nel 2003. Eravamo in via Biassa, in un locale troppo piccolo rispetto alle nostre necessità. A un certo punto ci siamo accorti che era impossibile continuare a rimanere lì dentro. Non riuscivamo ad avere tutto quello che le persone ci chiedevano. E allora abbiamo fatto la scelta di spostarci in un locale più grande, abbiamo fatto tre o quattro mesi di lavori con amici-fratelli che volontariamente hanno prestato la loro opera e ci hanno dato una mano, perché altrimenti oggi non saremmo qua a parlare… io sarei a lavorare da qualche altra parte. Per mesi, forse anche anni, persone che venivano in via Biassa qua non si sono viste.

Nonostante la crisi, noi stiamo andando bene. Stiamo continuando a lavorare bene, le persone vengono, il negozio, lo vedete, è pieno, è sempre affollato. Aspettiamo di vedere come saranno i prossimi due anni, poi dovremo andare via, e allora faremo i conti con i progetti che ci sono da tempo di fare una cosa bella, sperando di non pagare lo scotto del fatto che ti sposti in un posto meno centrale, bisogna lottare contro l’abitudinarietà delle persone. Non andremo fuori città e nemmeno alle Terrazze; io penso che non ci metterò neanche piede, alle Terrazze. Non c’è niente… lì dentro, secondo me, c’è la morte della città. Se penso che questa amministrazione la sbandiera come una conquista… “Spezia diventa grande”… ma vogliamo parlare un attimo degli ultimi quindici anni di questa città? Parliamo dell’ambiente, parliamo dell’Enel, parliamo di Pitelli? Parliamo della raccolta differenziata? Parliamo della cultura di questa città? Tante iniziative che potevano essere fatte in città sono emigrate altrove, pensa al premio Andersen, al Festival della Mente… la cultura che passa qual è? La cultura di passare le domeniche nei centri commerciali? Dovrebbero essere abbattuti.
Noi siamo una cooperativa. Aderiamo alla lega nazionale delle cooperative e abbiamo fatto un’adesione convinta e politica. Ma i loro candidati ovviamente sono candidati del centrosinistra, perché c’è questa visione politica comune, devono avere ben chiaro l’obiettivo di aiutare la Coop. Ma in questa città, che è una città di disoccupati, di rovina mentale, culturale, sociale, c’era bisogno del secondo centro commerciale più grande d’Europa? Le Terrazze faranno morire il centro della città. 

La Gramigna è un negozio pionieristico di cibo biologico in piazza Cesare Battisti 42 a La Spezia. Telefono 0187 739728 

intervista Catia, Laura - foto Roberto

nicola faccincani


















non ci son più soldi
ho messo varietà antiche molto resistenti ho preso di tutto albicocche susine pesche mele pere là sopra ho messo albicocche poi qui c'è pesche susine se mi rimangono prendo un disidratatore un essiccatore poi le snocciolo e le metto via che tanto costano l'ira di dio d'inverno quando prendi le albicocche le prugne secche così sembra oro e poi mantengono le loro qualità anche quei frutti lì tipo corniolo corbezzolo me ne son fatti dare cinque dopo se non attecchiscono me ne faccio dare altri e poi ho preso dei melograni che anche quelli voglio fare il succo di melograno che costa come l'oro però fa bene è pieno di omega tre ci vuole un laboratorio di trasformazione adesso pian piano vediamo la prossima misura 311 che faranno in regione se ci saranno ancora soldi qua pensavo che mi contribuissero con un venti trenta per cento non arriveranno al dieci perchè m'han detto non ci son più soldi quindi allora le spese per le buche per tutte quelle cose lì le han tagliate quasi a zero le piante sì ti daranno un dieci quindici venti per cento se va bene vabbè ti danno i soldi se compri un trattore col trattore cosa ci faccio perchè loro vogliono far lavorare le multinazionali capito così compri il trattore consumi l'olio il gasolio tutte quelle robe lì
l'artista delle varietà antiche
ho fatto delle buche un metro e mezzo per un metro e mezzo fonde un metro poi l'ho tutta sgranata ho messo sotto il compost perchè senno cosa succede se tu gli fai la buca piccola certi fanno con la trivella le radici vanno quando trovano il duro muoiono questo qua è un terreno che è stato tanto lì prima l'ho fresato poi gli ho bruciato su l'artemisia poi dopo gli ho fatto il compost ho messo i tronchi così ha ammorbidito molto ci son già dei lombrichi grossi poi l'ho sgranata tutta a mano non ti dico ho avuto la fortuna di trovare varietà antiche resistenti che non c'è da fare quasi niente la potatura la farò l'anno prossimo perchè quest'anno devo lasciarle così le devo divaricare un po' allargarle dargli forma qualcuna produrrà già quest'anno m'han detto spero di sì volevo andare ad arco di trento c'è uno che è un artista ha delle robe vecchissime che ha trovato lui quella che costa di più costa venticinque euro quelle non bio costano anche quindici euro m'è costato di più il trasporto far fare le buche con l'escavatore è venuto uno mi ha preso duecento euro di lavoro sì è stato qua una giornata intera però per dirti costa di più quello che le piante
ingranaggi
in pianura padana quelli che fanno monocoltura perlomeno fino a qualche anno fa riuscivano a metterci un po' del loro adesso sono diventati un puro ingranaggio delle multinazionali perchè gli ammendanti te li impongono le sementi idem con i loro anticrittogamici anche il trattore per cui tu sei in un ingranaggio e oltretutto col fatto che non fai mai la rotazione il tuo terreno è diventato un deserto quindi tonnellate di azoto fosforo potassio e poi alla fine non guadagni niente qui in toscana perlomeno quelli che facevano agricoltura intensiva su grossi appezzamenti non vogliono più far gli ingranaggi e stanno convertendo è un po' più critico il toscano


crisi e futuro
io ho fatto il geometra prima per un magazzino edile poi dopo ho cominciato a lavorare per un'azienda che faceva grigliati per l'edilizia poi dopo ha cominciato la crisi contratti tagliati ho detto aspetta un attimo o mi organizzo perchè il futuro per me sarà molto difficile cioè io la vedo così tutti pensano che la crisi è passeggera dopo due tre anni passa sì passa ma devi prevedere che non sarà più come prima la gente pensa che i consumi riprendano allora primo il pianeta non ce la fa più hanno saturato i mercati e poi tutta una serie di cose che non possono continuare così io ho detto adesso bisogna puntare sull'autosufficienza alimentare per il futuro io credo che nel giro di un decennio bisognerà arrivare a questo arriveremo a un punto che la terra varrà oro ho recuperato la vita io facevo dieci ore al giorno in macchina in giro per tutta la provincia di brescia di bergamo poi solo rogne traffico casini rischi poi ti fanno dei contratti cioè io a quarantacinque anni dovevo ancora subire l'umiliazione di un contratto a progetto che mi dicevano questo mese lavori il mese prossimo non sappiamo cioè ma che roba è






il sugolo
ho tolto la vigna e l'ho integrata con uva da tavola e uva fragola sai cosa faccio che è molto buono ma non ne devi mangiar troppo che ti viene mal di pancia il sugolo il budino di uva prendo l'uva la schiaccio la cuocio e man mano aggiungo farina puoi metter anche degli aromi la fai bollire addensa come il budino lo versi nelle coppette così è il budino d'uva è buonissimo a mantova si chiama sugol ci vuole l'uva apposta bisogna usare quella molto nera che colora molto allora viene buono con la fragolina viene bene m'han detto metti giù un vigneto fai il vino sì ma il vino lo fanno tutti 
caprioli cornuti
ho messo un po' di tutto patate porri rape rosse mi ero già fatto delle sementi io a brescia perchè là io ho due orti allora arriva quella della certificazione mi fa ma guarda che queste sementi qua autoprodotte non va bene perchè prima devi comprare quelle biologiche certificate allora ho dovuto fare tutto così ho dovuto comprar le bustine il secondo anno puoi fartele tu però devi partire con quelle è anche giusta sta cosa qua volevo mettere i raperonzoli che son buonissimi non so se li avete mai mangiati sono delle radici buonissime non sono riuscito a trovarli biologici adesso chiederò all'ense la deroga qui ho messo giù piselli cipolle tropea ho dovuto recintare perchè mi son entrati già i caprioli cinghiali madonna guarda han ravanato tutto sto facendo tutte le protezioni perchè loro arrivano quelli giovani e si grattan le corna sono cornuti proprio ah ah

il freezer
è da agosto che son qui nemmeno un anno considera poi che quando ha fatto freddo freddo son andato su a brescia perchè l'orto era andato a ramengo son stato quindici giorni a brescia perchè qua pativo il freddo e basta andavo con la stufa ora verso settembre mettiamo una caldaia a legna per scaldare tutto ho già la predisposizione per i termosifoni ci son tutti i tubi da raccordare la casa è di sasso se la scaldi rimane calda se non la scaldi rimane fredda gelata un freezer adesso sto anche cercando qualche vecchietto che vuol mollare perchè qua i vecchi mollano i vigneti gli uliveti perchè c'è da lavorare i giovani non ci vogliono lavorare per molti giovani io mi son reso conto coltivare la terra è un po' una roba da sfigati cazzo ma fai il contadino?lo dicono in tono di disprezzo io il contadino l'ho sempre visto come una figura saggia mitica 
veganismo e yoga
è dall'86 che sono vegano son stato uno dei primi a cominciare a mangiare biologico perchè se sei vegano devi mangiare integrale se mangi integrale convenzionale muori perchè l'integrale mantiene tutto cioè l'involucro del grano del riso trattengono tutti i pesticidi la mia compagna è molto brava a far da mangiare anche lei è vegana da tanti anni tiene dei corsi di cucina guarda molto anche alle combinazioni alimentari per cui volevamo fare un tipo di alimentazione così ecco per chi viene qua vuole mangiar bene cose buone di nostra produzione inizieremo quest'estate con gente che vuole cose così molto alla buona senza troppe pretese lei fa lezioni di yoga e anch'io quando ero a brescia facevo lezioni di yoga molto fisico lei invece fa meditazione
toscana povera
se prendi un terreno anche bello che ha tutto uliveto tutto quanto nella zona di lucca o di livorno difficilmente ci trovi l'acqua ci trovi il bosco cioè qui c'è tutta una serie di condizioni sai cos'è che mi ha fatto capire che poteva essere adatto?la località ortolano cioè se dal cinquecento questi erano gli orti del paese non è a caso capito?poi l'abbiam trovato già biologico certificato era in abbandono ma meglio così qualcuno dice c'è tanto da fare devi disboscare ma quello non mi spaventa mi spaventa se devo bonificare capito perchè tanti biologici vai a veder io ho visto tante aziende biologiche son biologiche ma non so come abbian fatto a dare la certificazione sono attaccati a un capannone industriale oppure vicino a un'autostrada qui vabbè non è il chianti è la toscana sconosciuta la toscana povera però per me è ricca
i GAS
son convinto che arriverà il momento che il cibo sarà più importante adesso uno compra il televisore spende seicento euro poi magari risparmia sul cibo mangia schifezze dopo magari si cura con i farmaci perchè magari ha la colite è una cosa squilibrata la prima cosa dovrebbe essere il cibo chi acquista coi gas ha già un'impostazione che è buona perchè dice voglio mangiare bene spendere da non svenarmi conoscer chi produce cioè fila tutto no?se uno va in un centro commerciale prende roba che non sa da dove viene cioè l'indivia viene dal belgio le carote dall'olanda i porri dal lussemburgo ma ciao l'olanda ad esempio quando gli è arrivato il progetto dei duecentocinquanta cacciabombardieri della lockeed martin ha detto no questo qua non lo vogliamo perchè già avete fatto l'F104 che era un cesso ve lo tenete voi invece noi destra sinistra han firmato tutti l'han comprati duecentocinquanta cacciabombardieri della lokeed martin che è un cesso ecco quindi capisci che gente che ci governa 

Bioagriturismo Vegan Ortolano, Fivizzano (Massa) email: nicovega@libero.it,

intervista anna marina, foto peo






















lunedì 14 maggio 2012

francesca boreanaz e marco azaghi

il mio cowboy
noi due ci siam conosciuti a un corso della camera di commercio perchè lui doveva aprire un ristorantino e io dovevo rilevare un negozio d'antiquariato abbiam fatto sto corso eravamo un gruppo molto giovane e tra noi c'era solo un po' di simpatia poi quel giorno lì lui mi ha detto che era morto suo papà che doveva mantener sua mamma e lavorava in cucina poi finito di lavorar in cucina portava fuori la gente a cavallo quando aveva finito coi cavalli andava a pulire le stalle e io ho detto è il mio cowboy ah ah avevamo diciannove anni
il martin pescatore
poi abbiamo avuto un bel locale sul mare a cavi di lavagna il martin pescatore era un locale stupendo bellissimo e già coltivavamo qui per portar giù al ristorante avevam fatto i corsi di agricoltura biodinamica io spiegavo tutto ai clienti dicevo queste son le nostre patate biodinamiche loro rispondevano che vuol dire che ballano?i soliti milanesi ci facevan le battutacce ah ah poi è capitata l'occasione di vendere e abbiam potuto realizzare il nostro sogno di venir su
dieci anni
son stati dieci anni molto intensi della nostra vita per lui era il suo mestiere io mi son trovata ad accompagnarlo lui era in cucina io in sala avevamo fatto una scelta molto difficile nel senso che avevamo pesce fresco pesce locale e quasi tutto il resto biologico è stata una bella esperienza ci ha dato tanto però appena chiudevamo a mezzanotte l'una venivamo su son trenta chilometri ci svegliavamo al mattino lavoravamo nei campi tutto il giorno alle tre mangiavamo tre mezza raccoglievamo le verdure e andavamo giù e preparavamo per la sera
stefano soldati
volevamo farla di legno perchè ce la davano subito era ecologica poi leggevamo aam terra nuova c'eran molti articoli sulla permacultura e pian pianino ci siamo avvicinati a un certo modo di pensare poi c'è stato il libro di stefano soldati la casa di paglia e ci siam detti se la facessimo di paglia?se devi fare un edificio che sia qualcosa di magico di speciale con materiale totalmente naturale
i materiali
è grande son duecentocinquanta metri quadri vi faccio vedere di sopra dove ci son le camere abbiam fatto i bagni impermeabilizzati con la cera d'api stiamo stratificando il pavimento e insonorizzando con pannelli di fibra di legno e sabbia che dà massa e attutisce i suoni le tramezze sono strutture di legno col canniccio riempite di paglia e poi tutte intonacate con l'argilla
l'era glaciale
ci abbiamo messo dieci mani d'intonaco cinque fuori cinque dentro ogni volta bisogna bagnarlo fino a cinque volte all'inizio con la pompa a spalla perchè non deve asciugare deve carbonatare prima di essiccare la calce deve fare una reazione con l'anidride carbonica se s'asciuga fa le crepe noi l'abbiamo bagnata per un mese ininterrottamente due o tre volte al giorno all'inizio cinque e poi in agosto son venuti quei tre giorni di caldo mortale avete visto l'era glaciale?con la ghianda che crepa il ghiaccio?ah ah non da tutte le parti però in certi punti si è crepata così e vabbè ci andremo con un po' di sapone di marsiglia e cera d'api e stucchiamo non c'è garanzia con questo metodo
























cacca di cavallo
nell'impasto c'è la cacca di cavallo è venuto questo muratore rumeno diceva che sua mamma ha costruito un mucchio di case di paglia e nell'intonaco metteva la cacca di cavallo lui si vergognava un po' a dirlo va lasciata un po' macerare non ce ne vuole molta serve per legare l'intonaco il colore esterno è la nostra terra stemperata quando stavamo dando l'ultima mano di arenino col frattazzo lo pucciavamo nell'acqua stemperata con la terra setacciata e quindi ha questo colore naturale il colore della nostra terra
la nostra anima
siamo molto contenti perchè in ogni centimetro c'è la nostra anima impressa l'abbiamo fatta tutta tutta noi l'altro giorno l'idraulico mi ha detto e vatti a fare una gita che sei sempre qui dentro
in standby
in totale tra nostra e in comodato abbiamo cinque ettari però eran tutti rovi di sei metri d'altezza quindi la prima parte del tempo è stata tutto ripristino e adesso tenacemente caparbiamente andiamo avanti con le nostre tecniche supernaturali però è faticoso era tutto bosco tre ettari su cinque l'abbiam ripresi però due devono ancora esser puliti abbiamo preparato un campone per le patate però questa casa ci ha veramente assorbiti è un annetto che siamo un attimo in standby

gli animali
io sono così mi chiamano vuoi mica delle pecore e vabbè dai prendiamo le pecore vuoi mica delle mucche e vabbè abbiamo mucca e vitello la cavalla i conigli le galline ora ce l'ha mangiate tutte la faina ma le riprenderemo vogliamo mettere i galli neri però prima dobbiamo recintare eh c'era la volpe che tutti i giorni ci prendeva una gallina e adesso la faina che ce le ha fatte fuori tutte in una notte
agricoltura sinergica
stiamo cercando di sperimentare i metodi dell'agricoltura sinergica non devi concimare né ribaltare i terreni non devi potare né diserbare non calpestare il terreno e devi consociare le coltivazioni metodo che fa molto bene alle piante molto meno al coltivatore perchè è più difficile da gestire ah ah questa era una piana con una terra argillosa che faceva paura e invece adesso guarda che meraviglia che è diventata a furia di pacciamare senza ribaltare gli strati guarda i lombrichi le mucche della terra vedi i famosi glomeruli di terra non schiacciata vedi com'è morbida la terra

fukuoka
coi metodi della permacultura devi cercare di ottimizzare il più possibile il terreno e dargli la massima resa possibile in sinergia quindi piante grandi con piante piccole sempre erbe aromatiche insieme in teoria dovrebbero anche razzolarci le galline le palline d'argilla non le abbiam mai fatte non so se le faceva lui o il suo allievo però è nato tutto da fukuoka noi ci chiameremo il filo di paglia in onore di fukuoka per consolarci ci diciamo che anche lui per qualche anno ha dato delle facciate ha perso tutto l'agrumeto ha perso moglie figli l'hanno mandato tutti a quel paese quindi vuol dire che bisogna insistere ah ah
l'ululone
questa è una vasca che ha realizzato il parco di montemarcello con quelli dell'università è una riserva d'acqua per la rana ululone dal ventre giallo io l'ho sempre sentito fin da bambina questo suono e non avevo mai immaginato che potesse essere una rana perchè fa hu hu sembra una civetta e invece sono delle rane che sono in estinzione perchè hanno bisogno di acqua ma anche di pulito e qua c'è pieno
otto atti notarili
questo pezzo di terreno è in comodato gratuito l'avevamo pulito perchè sulla piantina ci sembrava fosse nostro dopo un mese che lui lo stava pulendo mi sono accorta di aver sbagliato sono andata lì e gli ho detto scusami ma non è nostro ah ah comunque è di un amico che ce l'ha lasciato e forse quasi quasi ce lo vende ho fatto un anno di corteggiamento ai proprietari del paese son andata in comune a chiedere di chi eran le particelle nessuno sapeva che avremmo fatto né l'azienda agricola né l'agriturismo ma veramente nemmeno noi lo sapevamo perchè sennò sai però a me mi volevano bene ero la piccina del paese sempre di buonumore alla fine ho fatto otto atti notarili da otto persone diverse non è stata una cosa semplice però è tutta gente ai cui figli non gliene fregava niente ora son contenti di veder pulito
i tre figli
dei tre figli uno lavora a sestri in un ristorante ora deve fare la sua esperienza ha diciannove anni non ne vuol sapere della terra perchè quando erano piccoli noi eravamo sempre qui gli altri bambini andavano in giro e loro erano sempre qui quindi per ora non gli va l'idea poi si vedrà l'altro invece studia naturopatia e ci viene a dare una mano volentieri e l'ultimo è ancora piccolo si vedrà
agricola filo di paglia, pavareto di carro (carro)
francescaboreanaz@virgilio.it
http://www.youtube.com/watch?v=3lcSTY8Ci-Y

intervista marina / foto anna