venerdì 26 aprile 2013

Angelo Maddalena

              Angelo Maddalena dalla Val Susa in bici-tour.Cena con i prodotti a km zero,partecipate!

mercoledì 24 aprile 2013

Educare alla Libertà



Il progetto Mistrana nasce dalla volontà di costruire nel comune di Lerici, precisamente nella località di Senato, un centro culturale e aggregativo, in cui la socialità, lo spirito associativo/cooperativistico si interlaccino con una progettazione culturale, educativa e formativa che possa coniugare un livello di forte azione locale con un pensiero globale di più largo respiro. L’intenzione di Mistrana è quella di creare, in collaborazione con gli enti territoriali addetti e le strutture già operanti sul territorio un centro d’avanguardia nel settore educativo e formativo dove la naturale inclinazione sociale dell’essere umano possa essere rispettata e valorizzata.

http://mistrana.org/convegno-educare-alla-liberta-comunicato/

martedì 23 aprile 2013

ri-giochiamoli

Domenica 5 maggio durante il consueto mercato contadino di pza brin, dalle ore 10 alle ore 13 i produttori e i commercianti della piazza offriranno come sempre assaggi dei loro prodotti e i GAS organizzano il baratto dei giocattoli.Sono invitati tutti i bambini e le bambine coi loro giochi!
disegni renzo daveti, grafica laura rescio

domenica 21 aprile 2013

I produttori di Montaretto


























PANTUN  Mottola (TA)
devo dire che più passa il tempo più quella che è stata la fatica e le cose negative si trasformano in cose positive perchè sono strafelice di aver fatto questa scelta di vita ho lasciato il mio posto di lavoro che magari avrei perso lo stesso e riesco con questo lavoro a far vivere me la mia famiglia e posso offrire lavoro pure agli altri io ciò il dna del contadino è sempre stato il mio desiderio più grande ma non sono riuscito a farlo fino a quando non ho avuto a disposizione questi quattro ettari di terra che abbiamo iniziato a lavorare tredici anni fa ora di ettari ne abbiamo sei con le vigne gli ulivi la frutta il bosco le piante officinali in questi tredici anni da casa nostra saranno passate migliaia di persone che si sono fermate con noi per periodi più o meno lunghi ci hanno aiutato hanno lavorato con noi alla pari in casa nostra non si sa mai chi ci sarà a dormire ah ah no cose negative non ce n'è sono felice di aver fatto una scelta coerente col mio modo di pensare

























I VINI DELLA CORTE SOLIDALE Berzano di Tortona (AL)
non posso rispondere senza far riferimento alla vita precedente facevo l'architetto a genova e da sette anni mi son trasferito nel basso piemonte sui colli tortonesi con la mia famiglia a vivere in una comunità di famiglie che ha dei terreni da lavorare c'erano delle vigne a rischio di abbandono ci siamo guardati in faccia un ex architetto un restauratore un educatore abbiamo deciso di fare agricoltura il primo anno è passato a restaurare le abitazioni era un ex proprietà nobiliare la cascina di un conte dove ci stava la famiglia del conte ora ci stanno sette nuclei familiari o lui stava molto largo o noi stiamo molto stretti ah ah siamo collegati ad un'associazione nazionale che è il mondo di comunità e famiglia che parte dall'esperienza di una comunità a milano che si chiama villa pizzone insomma ci siamo buttati su quella strada lì ora ci sono due famiglie che vivono del lavoro agricolo le altre fanno lavori esterni poi abbiamo una cassa comune dove mettiamo tutto assieme ognuno prende quello di cui ha bisogno di negativo essendo nato a cagliari e vissuto a genova per tanti anni mi manca il mare è l'unica cosa però devo dire che lo sguardo sui colli compensa

























PODERE GRECCHI Vitorchiano (VT)
è la prima volta che portiamo il vino al nord la nostra azienda lavora soprattutto a livello locale nella zona di viterbo perchè è un'azienda a conduzione familiare e per noi è complicato andare in giro e poi la nostra è una piccola produzione la cosa bella è lavorare in vigna all'aperto è un bel lavoro di negativo non c'è nulla tranne la burocrazia italiana è l'unica cosa brutta





















L'ALBERO DEI BACI Morsasco (AL)
noi trasformiamo le nocciole in prodotti tipici della nostra zona perchè nel basso piemonte si lavora molto la nocciola è negativo che tanti non capiscano cosa c'è dietro al prodotto hanno poco rispetto per il tuo lavoro molti non si rendono conto di tutto il processo che c'è dalla produzione alla vendita poi è impegnativo porta via tanto tempo e poi magari non riesci nemmeno a vendere non c'è sicurezza ci sono tante tasse da pagare la cosa positiva è che a livello etico sei in pace con te stesso ti produci le cose le vendi direttamente dal produttore al consumatore è senz'altro una bella cosa
AZIENDA RAINA Montefalco (PG)
la passione e lavorare a contatto con la terra sono le cose belle quella negativa è che si vende poco la nostra è un'azienda giovane è nata nel 2006 è in conversione al biodinamico ma ora non c'è più il mercato di dieci anni fa c'è stata una bella flessione girano meno soldi anche i ristoratori hanno difficoltà a pagare pagano tardi e per noi è un vero problema
http://www.raina.it/raina/


























LO SPAVENTAPASSERI Mombaruzzo (AT)
la nostra è stata una scelta di vita venivamo da esperienze lavorative completamente diverse per cui è stata proprio una scelta e siamo contenti di questo la cosa negativa è che c'è troppa burocrazia ed è molto difficile riuscire a stare in piedi oggi come oggi anche perchè noi partendo da zero abbiamo dovuto fare un investimento enorme l'esperienza ce la siamo fatta sul campo ma non è stata una cosa così difficile se di base c'è una passione c'è l'intenzione di imparare non è poi così complesso e poi la nostra è una zona vocata per il vino

























LA MORELLA Carezzano Superiore (AL)
è da trentadue anni che faccio biologico l'ho fatto come scelta e ci credo ci vivo io e la mia famiglia credo in quello che faccio mio padre è mancato quando avevo tredici anni e l'azienda è stata abbandonata poi ho studiato e siccome avevo il pallino dell'agricoltura sono tornato e ho ripreso in mano l'azienda e nell'80 ho cominciato a fare biologico uno dei primi insieme a scaldasole lui ha fatto la fortuna io sono ancora qui a fare i banchetti ah ah facevamo le fiere assieme negli anni '80 la mia è un'azienda completa faccio cereali vino grano fieno ho mucche galline conigli faccio agriturismo penso io a vendere vado all'estero vado in giro per l'italia di brutto c'è che siamo in uno stato che non lascia lavorare chi vuol lavorare ti massacrano
AZIENDA TIRELLI Costa Vescovato (AL)
è il lavoro più bello del mondo ma non te lo fanno fare come si vorrebbe fare io sono vignaiolo da dieci anni l'azienda era di mio nonno che io non ho mai conosciuto mio zio ha mandato avanti l'azienda quando è morto mio nonno io andavo ad aiutare quando c'erano le vendemmie ma inizialmente non ero interessato all'azienda stavo in città poi mio zio è andato in pensione era senza figli e si sarebbe dovuta chiudere la cantina estirpare le vigne far morire un pezzo di storia della nostra famiglia e allora sono tornato alle origini non è stato semplicissimo ho dovuto rimboccarmi le maniche però adesso riesco a vivere di quello che produco certo bisogna accontentarsi ma ci se la fa
http://www.vinit.net/vini/cantine/Piemonte/Alessandria/Costa_Vescovato/Andrea_Tirelli_8163.html

VALLI UNITE  Costa Vescovato (AL)
ora in tutto siamo trentacinque io sono siciliano sono lì da ottobre ho imparato lì a fare i salumi non so quanto mi fermerò in ogni caso voglio lavorare in agricoltura non so se lì o da un'altra parte mi piace stare lì si condivide tutto si parla molto chiaramente non ci sono brusii di sottofondo ma viene tutto esplicitato e tutti sono partecipi io invece vengo dagli stati uniti anch'io sono lì per imparare lavoro nella cantina ci sto molto bene è una comunità aperta non sono una persona che ama stare molto nello stesso posto quindi non so per quanto tempo starò lì però voglio imparare il più possibile la cosa negativa è che è difficile guadagnare qualcosa ah ah però mangi bene stai bene bevi bene comunque non è facile vivere in una comunità tutto è condiviso le scelte le decisioni devi avere pazienza e voglia di confrontarti con gli altri essere onesto con te stesso e con gli altri dire cosa va bene e cosa no però vale la pena provare
http://www.valliunite.com/
CASCINA GENTILE Capriata d'Orba (AL)
lavorare in proprio gestirsi un'azienda se ti piace ti dà soddisfazione ha iniziato mio nonno negli anni '60 poi mio zio e dal 2009 ci sono io ho fatto la scuola enologica ad alba e l'università a torino la cosa negativa è che in questo periodo è un po' difficile vendere son calati molto i consumi io sto ancora con i miei riuscire a vivere col vino e farci vivere una famiglia non so se sia possibile e poi sul vino c'è una burocrazia assurda

SEMPRE NUOVE ALI  Basilicanova (PR)
positivo è il rapporto con la natura negativa la stagionalità che non sempre ci dà la sicurezza della produzione

























PODERE BORGARUCCIO  Peccioli (PI)
una cosa positiva è che sono andato incontro al mio desiderio di cambiare vita io sono ingegnere elettronico ho studiato agraria da solo su testi universitari e poi mi son buttato nel 2007 abbiamo rilevato quest'azienda che esiste dal 1700 e dal 2009 facciamo biodinamica poi c'è il contatto con la terra il sentirsi proprietario di un pezzo di terra che già di per sé molto appagante la cosa negativa è che devo ancora fare il vecchio mestiere perchè con l'azienda agricola è molto difficile mantenersi se l'avessi ereditata sarebbe stato più facile ma l'ho dovuta comprare e ristrutturare ed è costato moltissimo per cui per ora devo fare entrambi i lavori


























COMUNE URUPIA  Francavilla Fontana (BR)
la popolazione media di urupia si aggira su venti venticinque persone al giorno una decina di comunardi qualcuno in periodo di prova i bambini e gli ospiti chi di breve permanenza chi di lunga o lunghissima permanenza quest'anno a maggio la comune compie diciott'anni io sono lì da dodici la nostra è una scelta che richiede un grandissimo impegno su tantissimi fronti innanzitutto quello sociale capire quello che si sta muovendo oggi fuori e dentro la comune come stiamo cambiando noi come cambia il gruppo man mano che cambiano le persone e quindi su tutto sia sul piano relazionale sul piano organizzativo sul piano lavorativo è una cosa che richiede continuamente questo famoso mettersi in discussione una frase ormai abusata ma che rende l'idea e questo è l'aspetto positivo ma se vuoi anche l'aspetto negativo nel senso che io come individuo ho sempre l'energia per far fronte a questa mia aspettativa su me stesso e sulle persone che vivono con me? ce l'ho questa energia questa disponibilità sempre?oppure a volte mi rendo conto che mi sto chiedendo qualcosa che in quel momento non riesco a sostenere e quindi dovrei un attimino riprendermi?
l'aspetto positivo e negativo è questo che sei costretto continuamente a questa cosa qui è un'opportunità che ti dai e quando ti riesce riesci a trasmetterla anche agli altri quando sei molto stanco o demotivato per varie cose non sempre hai l'energia necessaria a trasmettere la motivazione agli altri
CASCINA DEGLI ULIVI  Novi Ligure (AL)
negativo c'è che in campagna fai un sacco di ore ed è molto impegnativo positivo è che lavori all'aperto e sei in un contesto familiare noi siamo una cooperativa agricola siamo diciotto persone è nata come azienda familiare di due ettari poi negli anni dal '77 ad oggi si è allargata fino ad avere trentacinque ettari con l'orto cinque ettari di grani antichi si fa il pane con la pasta madre si fa la fattoria didattica per i bambini c'è l'agriturismo con sessanta coperti e quattro camere facciamo i formaggi col latte delle nostre mucche lo yogurt le confetture insomma da lavorare ce n'è
http://www.cascinadegliulivi.it/
CANTINA RASICCI  Controguerra (TE)
il vino in bottiglia l'abbiamo dal 2003 prima facevamo solo sfuso l'azienda è di tre ettari e c'è anche l'agriturismo che è gestito dai miei genitori mentre io e mio fratello ci occupiamo della vigna la cosa bella è che lavori vicino casa non devi fare strada per andare a lavorare puoi farti delle belle vacanze invernali perchè d'inverno si blocca tutto ah ah è un lavoro all'aria aperta e poi è un lavoro ciclico le cose le fai quest'anno e poi le rifai dopo un anno quindi non è monotono di negativo c'è che è un periodo un po' difficile noi abbiamo cominciato a fare le bottiglie perchè lo sfuso non andava più noi lavoravamo con le damigiane ed era troppo complicato ora però c'è il sistema del bag in box e abbiamo ricominciato a fare sfuso di qualità e spedirlo ovunque io e mio fratello riusciamo a viverci con la nostra produzione anche perchè l'azienda c'era già e non abbiamo dovuto fare mutui per comprarla tutto sommato riusciamo a camparci
http://www.vinirasicci.it/

AZIENDA PRESA  San Gregorio di Catania (CT)
la cosa positiva è vivere in campagna la cosa negativa è aver a che fare con gente che di campagna non capisce niente c'è un sacco di ignoranza rispetto all'alimentazione c'è troppa gente che mangia male e vive male e quindi risulta difficile far comprendere il valore di un certo tipo di prodotti anche con i gas della zona non si riesce a costruire un rapporto duraturo e continuativo e poi c'è una richiesta di prezzi che non è realistica rispetto alla qualità del nostro prodotto



















MALTUS FABER  Genova
negative non ce n'è l'unica cosa negativa è che il giorno è formato da sole ventiquattr'ore lavoriamo senza limiti non c'è tregua non ci sono feste però ci piace noi lavoravamo alla centrale del latte a
genova quando ci siamo resi conto che poteva chiudere abbiamo preso questa decisione siamo due persone diversissime ma lavoriamo bene assieme uno produce e l'altro vende da quest'anno lo facciamo a tempo pieno se riusciremo a camparci te lo saprò dire quando faremo i conti alla fine dell'anno ah ah
http://www.maltusfaber.com/mf2008/

FATTORIA CALCABRINA  Montefalco(PG)
ci son tanti aspetti positivi quello del vignaiolo è una passione ha a che fare con la terra ma ha anche a che fare coi sapori è un'arte una sapienza che in più ti porta a situazioni conviviali come qui a montaretto l'aspetto negativo è che oltre alla ben nota fatica perchè estate e inverno c'è da fare tutta la filiera agricola e agroalimentare è nell'asfissia totale noi abbiamo trovato la strada di una piccola produzione che durante l'anno riusciamo sempre ad esaurire in qualche modo ci se la fa pelo pelo ma ci se la fa uno stipendietto si tira fuori meglio di altri che magari hanno grosse produzioni e hanno molto invenduto






















MONASTERO DEI FRATI BIANCHI  Fivizzano (MS)
è bello aver rivalutato un territorio molto vocato alla viticoltura che negli ultimi decenni aveva visto un parziale abbandono della viticoltura e dell'olivicoltura che è l'altra nostra attività la cosa negativa è che i terreni sono molto difficili da lavorare molto impegnativi e costosi sia in termini di tempo che di gestione il settanta percento dei vigneti sono su terrazzamenti che comportano molta fatica e impegno anche considerando il fatto che lavoro da solo






















CANTINA MARCO MERLI  Casa del Diavolo (PG)
io faccio vini molto spontanei non adopero coadiuvanti in cantina nessun tipo di trattamento chimico in vigna la cosa negativa è la burocrazia la positiva è la forza che ti dà questo lavoro per andare avanti che ti appassiona sempre di più non senti mai il peso e la fatica






















LE PICCOLE ERBE  Varese Ligure (SP)
non mi viene in mente la negativa positivo tutto ce lo siamo scelto non siamo assolutamente pentiti di negativo non c'è nulla non ci si annoia perchè il territorio è inesplorato è completamente diverso da quello che immaginavamo cambia sempre ogni giorno è una sorpresa non ci sentiamo isolati e se ti accontenti di niente riesci anche a vivere di quello che produci ne vale la pena rinunci a tutto il resto ma ne vale la pena si è sempre indaffarati non si ha tempo per nient'altro pensi solo a quello che fai e non alle cose brutte che ci sono






















AZIENDA AGRODOLCE  Santo Stefano Magra (SP)
positive ce ne sono due milioni negativo è che si fa la fame e hai la sensazione di essere un delinquente perchè non sei mai in regola con i due milioni di regolamenti e norme che neanche portano a tua conoscenza le scopri così improvvisamente e quindi hai sempre paura di aver sbagliato qualcosa positivo tutto i posti la vita all'aperto le piante sono generose secondo me le piante sono meglio degli animali ti fanno compagnia e danno meno problemi non devi portarle dal veterinario ah ah stan lì e ridono quando son felici


La cosa bella la cosa brutta, gli aspetti positivi e quelli negativi del vostro lavoro e della vostra scelta,: questa è la domanda che abbiamo posto ad alcuni dei produttori presenti al Critical Wine di Montaretto. Le risposte sono molto simili, segno di un'affinità d'intenti e di una sofferenza per problematiche comuni. Tutti amano il proprio lavoro, sono orgogliosi della loro scelta, adorano stare a stretto contatto con la terra e la natura (questi i lati positicvi) però la maggior parte di loro lamenta una burocrazia farraginosa e limitante e un generale calo del lavoro dovuto alla recessione nonchè, per alcuni, la difficoltà a farsi apprezzare adeguatamente da un pubblico  incapace di comprendere la mole di lavoro che c'è dietro ad ogni prodotto. Molti di loro sopportano senza sforzo la fatica fisica e le avversità naturali ma sono insofferenti alle logiche di mercato o al rapporto col pubblico e non tutti riescono a trarre sostentamento dal lavoro agricolo e sono costretti a mantenere un altro impiego. Il mestiere di produttore non si limita al lavoro nei campi o in cantina che tutti indistintamente amano con sincera passione, implica anche attività secondarie ma indispensabili come la commercializzazione dei prodotti, la capacità imprenditoriale, il rapporto coi consumatori (a volte troppo di "nicchia" a volte troppo incompetenti) che molti vivono con disagio. Insomma, riuscire a tradurre una passione e una scelta di vita in termini di sostentamento economico  non è facile e solleva dubbi sul significato di "lavoro etico" ma questà è la sfida che devono superare e noi, come GAS, continueremo ad aiutarli e sostenerli il più possibile.
per informazioni più dettagliate sulla manifestazione http://www.cuochiartistivisionari.it/





lunedì 15 aprile 2013

Il mistero degli Orti Urbani



L'anno scorso (ed erano già mesi che se ne parlava) pochi giorni prima delle elezioni amministrative, l'ex assessore Ruocco presentava il progetto degli Orti Urbani, appezzamenti di terreno abbandonati , di proprietà del Comune, da affidare a cittadini, GAS e associazioni con lo scopo di avviare attività sociali e di coltivazione agricola. Passate le elezioni, pur con un altro assessore all'ambiente, il progetto è andato avanti: ci sono stati incontri in Comune, visite ai terreni, accordi verbali con i tecnici che si occupano del progetto, insomma, per una volta l'amministrazione ci ha stupito per la bellezza e la validità di un progetto (anche se in altre città gli orti urbani esistono già da anni)e come GAS ci siamo subito attivati individuando un terreno sopra Marola e cercando di coinvolgere nel progetto più persone possibili, tra cui alcuni ragazzi del Comitato "Murati Vivi". Sembrava tutto a posto, avremmo solo dovuto pazientare perchè si sa,i tempi della burocrazia sono lenti,però il dado ormai era tratto,problemi non ce ne sarebbero stati. Abbiamo pazientato e ancora pazientato finchè, dopo un anno di pazienza,è arrivata la doccia fredda: a quanto pare i terreni non saranno più affidati ai cittadini ma venduti a non ben precisate associazioni. Abbiamo cercato di saperne di più ma figuriamoci se questa amministrazione si preoccupa di darci spiegazioni, abbiamo chiesto ad alcuni consiglieri dell'opposizione ma nessuno può?è in grado di?ha voglia di?darci una mano.E così, dopo un anno di progetti e speranze,svanisce anche questo sogno: ci rubano il mare, ci intossicano con il carbone dell'enel, ci progettano obbrobri faraonici, ci lasciano i bidoni carichi di rumenta e manco ci regalano un pezzo di terra incolta! E' il triste destino dei cittadini, quegli strani esseri per i quali tutti sono disposti a farsi in quattro durante le campagne elettorali ma che poi, a cose fatte, diventano solo dei gran seccatori.Ringraziamo tutti per lo splendido esempio di buona politica, ne riparleremo senz'altro in occasione delle prossime amministrative,quando improvvisamente da fantasmi torneremo ad essere elettori e tutti come al solito vorranno incontrarci.

giovedì 11 aprile 2013

I volontari della Bottega equosolidale a La Spezia


Nella bottega equosolidale di La Spezia, ricca di colori, Marina Ciceri ci racconta un po’ la storia della bottega. Questa bottega ha una storia particolare perché è abbastanza nuova, è stata molto ragionata. La bottega storica del commercio equosolidale a La Spezia è nata in corso Cavour, ma da un anno e un mese ci siamo trasferiti qua, scegliendo di riportare il commercio equosolidale in centro città, perché l’esperienza in periferia – che poi non è periferia, perché la città non finisce in piazza Verdi – è stata molto formativa perché piazza Brin è un quartiere storico con tematiche molto attuali, ma è fuori mano per chi si muove a piedi, ed è molto importante stare alla portata di tutti. Abbiamo scelto di costruire la bottega in modo da mettere in risalto, oltre al messaggio della solidarietà internazionale, quello della solidarietà locale.

Dopo aver recuperato i mobili della bottega vecchia, abbiamo fatto costruire tutta la parte che andava aggiustata, ricostruita, rimessa a posto da una cooperativa che fa lavorare ragazzi disabili in falegnameria e abbiamo scelto un materiale riciclato, i bancali. Come scelta estetica ci è piaciuta subito, è molto comunicativa, e poi c’è un fraintendimento sul commercio equo e solidale, che l’attenzione sia tutta rivolta verso i paesi in via di sviluppo, mentre in realtà l’attenzione è prima di tutto locale. È sulle scelte locali che si cambiano i grandi temi. Con i paesi in via di sviluppo c’è un problema di scelte nostre, storiche, che hanno ripercussioni attuali. Per noi nessun cittadino può evitare le responsabilità storiche del suo popolo.



Noi cerchiamo di coniugare le due realtà. Spesso ci dicono, sì, però si fanno muovere container, si fanno muovere barche, aerei, e si fa muovere inquinamento, ed è vero, ma lo fa anche tutto il resto del commercio, per il quale però c’è una serie di problematiche a cui noi abbiamo ovviato ed è anche vero che finché le barche e gli aerei si muovono per cose che ci interessano nessuno si pone il problema, ad esempio per le grandi tecnologie, per le cose che c’entrano con la ricerca medica, con i materiali metallici che sono indispensabili per la nostra vita. Abbiamo dei giacimenti di petrolio in Basilicata che non sfruttiamo per la nostra economia locale e quello non è un problema, mentre comprare il miele bosniaco è un problema. Che differenza c’è? Io trovo che sia una contraddizione.
Sono tematiche attuali, ma difficili da comunicare quando sei ai margini della città, mentre al centro ci siamo resi conto dell’interesse che c’è e una delle vittorie di questa bottega, più che la sostenibilità economica, è proprio l’attenzione delle persone che vengono in bottega e ci fanno un sacco di domande, cosa che non succedeva, prima, o succedeva più raramente.

La prima bottega è stata aperta nel 1994 in via Castelfidardo. Io non c’ero, sono entrata giovane nel commercio etico, ma nel 1994 avevo 11 anni. Sono entrata nel 1998-99. Ero scout e il mio capo scout mi propose di fare il servizio extra associativo. Stava nascendo allora la bottega di Lerici e io bazzicavo un po’ l’ambiente, così mi hanno messa lì a fare servizio per un anno come volontaria “forzata”. In questo anno ho partecipato a tutti gli incontri formativi, come anche Marisa e parecchi altri ragazzi che sono rimasti coinvolti nella bottega in generale, non solo nella bottega di Lerici, l’esperienza “Eco del mare”, la chiamiamo. Era una bottega molto giovane e molto gestita da ragazzi. All’inizio ero solo turnista, poi, alla fine dell’anno le responsabilità sono state date subito anche ai ragazzi, quindi ho iniziato subito a fare la responsabile ordini, anzi, ad assistere il responsabile degli ordini, a curare il magazzino, un po’ alla volta. Qui siamo tutti volontari.


Negli anni ci sono dei cicli, la nostra realtà, come tutte le esperienze di volontariato, è molto dinamica. Ci sono gli storici, da quelli che magari hanno fondato una bottega, a Lerici o a Sarzana. C’è comunque una buona alternanza e ora ci siamo rinvigoriti anche sotto questo punto di vista, perché in effetti è più pratico, anche se il centro è pedonale, ma probabilmente i nostri volontari vengono più a piedi o in autobus, quindi è più raggiungibile. Ci sono i clienti affezionati, quelli che passavano lì per sbaglio, quelli che venivano a comprare da noi per scelta e non perché è un bel negozio, o ha delle cose originali. Perché dal centro ci si passa, e anche se abiti in piazza Brin e il tuo giro di acquisti è in piazza Brin comunque dal centro finisce che ci passi, prima o poi, e viceversa no. E poi ci sono i clienti nuovi e anche i clienti di passaggio che vedi solo a Natale e non è proprio una scelta quotidiana, però siamo fiduciosi, nel lungo periodo… Economicamente va molto meglio.


Una bottega che non ha molto passaggio è anche molto altalenante come incassi, quindi durante l’anno ci sono periodo in cui va molto bene, come le feste, e che ti mantengono la bottega per il resto dell’anno, e questo non va bene, limita gli ordini, limita la possibilità di provare cose nuove, se hai i soldi contati non puoi permetterti di provare un progetto nuovo… e qui invece la novità è accolta bene, anche quando c’è un progetto nuovo che presentiamo per la prima volta c’è interesse. Il commercio equosolidale non ha risentito particolarmente della crisi.

Per esempio il 2006 fu un anno eccezionale dal punto di vista degli incassi, nessuno se lo aspettava perché non era un periodo “florido”, subito dopo invece ci fu uno stallo, ma a prescindere dall’economia, anche perché il commercio equo comunque cambia spesso e si avvicina sempre di più come prezzi al mercato entro cui stiamo penetrando, è ovvio, la forbice piano piano si chiude. Quindi le persone che sono abituate a comprare qua per scelta politica, che quindi magari non comprano tutti i caffè qua, però una volta al mese magari sì e rinunciano a qualcos’altro per comprare il caffè nostro, di qualità, non hanno cambiato le loro abitudini, perché magari rinunci una volta di più a qualcos’altro, però non rinunci alla tua scelta, e questo quindi ci permette di essere un po’ più al riparo.


L’amministrazione pubblica qui in città è sempre stata molto sensibile. Abbiamo tra i soci fondatori esponenti dell’amministrazione, sia di maggioranza che di minoranza. Non siamo un argomento prioritario nella scelta di politica economica, mentre siamo uno dei pochi settori in cui in Regione continuano a darci dei finanziamenti importanti, perché siamo un settore in crescita. Dal punto di vista economico e dal punto di vista della cooperazione internazionale spesso e volentieri non siamo neanche presi in considerazione come interlocutori, e questo non lo dico con critica nei confronti dell’amministrazione perché è una critica prima di tutto nostra, perché evidentemente non ci proponiamo con costanza e determinazione, perché comunque le attività da fare in una Bottega sono tante, quella politica è una delle tante, però ci sono anche tutte le altre, e quindi dipende dai periodi e dai volontari.

Se ti piace l’aspetto di sensibilizzazione, di entrare nel circuito politico della città, c’è il volontario che va in Comune a bussare all’assessore, altri no, non ne hanno voglia, non gli interessa, pensano che la politica si faccia con le persone e che non ci sia quest’esigenza di avere come interlocutore primo il Comune. Può essere un interlocutore di rimando. Grazie alla Regione lavoriamo regolarmente con le scuole, perché ci finanzia dei progetti di sensibilizzazione ormai da quattro-cinque anni, quindi la nostra presenza è costante, facciamo almeno un centinaio di ore l’anno in tutte le scuole. La parte più organizzata delle lezioni nelle scuole è quella finanziata, perché chiaramente c’è un supporto. Poi c’è una parte un po’ più auto-organizzata, con professori che magari ci conoscono e che storicamente si sono trovati bene che ci chiamano, sporadicamente, magari non per un percorso ma per un incontro, o quest’esperienza degli stage, i ragazzi delle scuole fanno stage in Bottega da quattro o cinque anni, in collaborazione con il centro Vivere insieme della Caritas.


La Regione non finanzia la Bottega, finanzia dei progetti, non ci dà un aiuto per l’affitto, o per nessuno o per niente, e in realtà è anche ragionevole, come politica, perché l’autonomia è una cosa a cui un’organizzazione di qualsiasi tipo deve ambire, specialmente quando si basa sul commercio e non sulla carità, o sulla solidarietà in termini di donazioni, o sul volontariato puro. Però, avendo come idea quella di diffondere un tipo diverso di economia è giusto, a nostro parere, che l’economia sia quella che ti permette di vivere, che il commercio, purché equosolidale, ti permetta di vivere. Dopodiché, purtroppo, o per fortuna c’è tutto l’altro lato della medaglia, che è più della metà delle nostre attività, quella della sensibilizzazione, è difficile trovare tante persone che ti dedichino così tanto tempo. Però comunque gli aiuti esterni che possono essere per progetti di sensibilizzazione ma possono essere anche progetti d’investimento, per cui ci è stato finanziato proprio per questa bottega l’apertura una parte delle spese d’impianto, investimenti come il computer, abbiamo chiesto un finanziamento alla Regione e comunque sono stati finanziati, come progetti, come una cosa sporadica, “vuoi fare un investimento e con l’investimento ti aiuto”, anche risorse umane, insomma, c’è una parte delle linee di budget di questo finanziamento che è dedicata al personale, quindi noi ad esempio nelle scuole possiamo permetterci di retribuire delle persone, esclusivamente per andare nelle scuole. Mentre nella Bottega sono tutti volontari.

Da quando siamo qua è anche più facile che si offrano persone per fare volontariato. Per i progetti, c’è una distinzione tra alimentari e artigianato. Per due motivi, primo perché negli alimentari spesso un solo prodotto ha dentro tre o quattro progetti. Per esempio il caffè, perché le miscele vengono da più progetti, a volte anche la stessa miscela pura, cioè lo stesso Arabica puro viene da più progetti, perché sono progetti piccoli, per cui per fare una grossa fornitura il caffè viene da più progetti. E sugli alimentari è più difficile fare un discorso di sostenere un progetto specifico perché sono infiniti ed è difficile stare dietro agli aggiornamenti di quale cambia all’interno dello stesso prodotto e dipende molto dai gusti personali dei clienti, ci sono dei progetti su cui noi abbiamo cercato di insistere fino allo sfinimento, per esempio un cioccolato di produzione toscana che era in difficoltà e a rischio chiusura noi abbiamo cercato di “imporlo” ai nostri clienti e non c’è stato verso.


Il commercio equosolidale per definizione, dalla carta dei criteri della nostra assemblea generale, consiste nell’acquistare prodotti da progetti in paesi in via di sviluppo. Quindi, la Bosnia è in Europa, ma la Bosnia è considerata ancora un paese in via di sviluppo e un miele bosniaco è considerato un prodotto da commercio equosolidale. Libera, per quanto sia un progetto di economia solidale, non è commercio equosolidale, è una scelta politica, una scelta che abbiamo fatto come cooperativa, un po’ perché Libera è un progetto che in Italia è impossibile non sostenere, è una cosa che merita attenzione a prescindere, comunque come commercio equosolidale abbiamo la possibilità di avere, su tutta la gamma di prodotti che abbiamo, un 20% di prodotti che non sono del commercio equo. Quindi all’interno di questo 20% si possono mettere i prodotti di Libera, prodotti di economia locale, se si vuole, per esempio a Sarzana abbiamo prodotti locali, ed è stato scelto di sostenere alcuni prodotti locali piuttosto che alcuni prodotti di commercio equosolidale. Però è sempre all’interno di un 20%. E non è commercio equosolidale. Per esempio Made in No è un prodotto italiano ma con cotone certificato da commercio equosolidale. È un continuo dialogo, anche all’interno del movimento, perché il km0 è importante e perché far venire le cose dall’esterno, dalla parte opposta del mondo, è assurdo, anche per prodotti che non sono locali. Far venire il caffè dall’altra parte del mondo, se noi non produciamo caffè, è assurdo, come lo zucchero, come il tè. Se il mondo andasse come deve andare dovremmo mangiare quello che produce la nostra terra. Ma è facile parlare di economia locale e di necessità di sostenerla fregandosene di quello che succede nel resto del mondo. Questa sarebbe la cosa ideale se il mondo fosse in una situazione di parità e uguaglianza.

Se invece continua ad esserci lavoro minorile, povertà diffusa, gente che muore di fame perché l’economia predominante è squilibrata, secondo me è proprio sbagliato lavarsene le mani, è compito di un cittadino responsabile prendersi cura dei suoi simili, a prescindere da dove sono. Quella del consumo è una scelta individuale, non esiste una parte giusta e una parte sbagliata in assoluto. Come cooperativa noi siamo nati con lo scopo di promuovere il commercio equosolidale. Quindi, quella dell’economia locale è compito di altri. O noi scegliamo di cambiare i nostri fini statutari o la nostra priorità rimane, a prescindere da quanto ne discutiamo, la nostra mission, rimane quella di solidarietà tra i popoli, quella di promuovere uno sviluppo che sia sostenibile per tutti. Quando quest’obiettivo sarà raggiunto, speriamo presto, ci porremo sicuramente altri obiettivi, altri cambiamenti, però io personalmente non mi sento affatto di appoggiare l’essere radicali in tutto, è vero, la nostra terra non produrrebbe neanche il caffè, che pure è un simbolo nazionale, però da lì a dire che dobbiamo fare a meno del caffè perché fa cinque km o duecentomila, mi pongo molti interrogativi. Chissà, forse in un futuro riusciremo a rendere più sostenibili i trasporti, chissà quale sarà lo sviluppo… l’importante è confrontarsi sulle strategie e sulle soluzioni.



Il nostro rapporto con i GAS non è molto stabile. Ci eravamo prefissati l’obiettivo di avere una certa regolarità e un certo impegno e questo con molti GAS è scemato, anzi, forse non è nemmeno partito, perché il GAS per sua definizione è molto anarchico, non c’è una regola uguale agli altri e ogni GAS decide il suo stile d’acquisto, quindi è difficile dire “m’impegno nei confronti della bottega equosolidale ad acquistare un tot”, come si era detto in partenza, e questo ci mette un po’ in difficoltà nel senso che se viene un GAS e dalla mattina alla sera ci porta via metà delle scorte di biscotti ci mette in difficoltà. Trovare l’equilibrio tra ordine, pre-ordine e il “vengo a ritirare quando posso” è complesso, quindi a volte bisognerebbe fare un preordine, per esempio di panettoni a giugno-luglio, non a dicembre quando ci sono quelli che venderemmo lo stesso. È una sinergia che si può sempre migliorare. In fondo, anche se è difficile pensare ai panettoni in luglio, è come comprare la verdura. Bisogna pianificare prima. Tu non puoi andare da un contadino una mattina e dirgli “dammi tutta l’insalata che hai”, se ha altri clienti. Il problema di queste cose è che siamo tutti volontari, e questo comporta dei grossi limiti, di tempo, specialmente finché avanza questa fantomatica crisi economica e siamo tutti presi dal panico di dover produrre di più, lavorare di più, non avere più interessi, tempo, perché il tempo che hai devi dedicarlo a lavorare per mantenere il tuo stile di vita. Quando saremo disposti a mettere in discussione il nostro stile di vita e la nostra capacità di essere sobri, sicuramente riusciremo anche a trovare il tempo per coltivare i nostri interessi reali che abbiamo.

intervista Catia, foto Laura

martedì 9 aprile 2013

Terra Muta







Il 22 Aprile ore 17 presso la Sala della Provincia, Via Veneto 2, il
giornalista d'inchiesta Gianni Lannes presenterà il suo nuovo libro Terra Muta, tutti i cittadini sono invitati a partecipare
https://www.facebook.com/events/158153557678485/
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2013/03/terra-muta.html

lunedì 1 aprile 2013

gli obbrobri delle scalinate storiche


Alla recente manifestazione per Scalinata Cernaia è stata distribuita una bellissima cartina con descrizione e foto delle scalinate storiche della città, concepita da studiosi dell'arte e architetti che ne mettono in risalto le bellezze. Armata di macchina fotografica le ho ripercorse tutte non con l'occhio del competente, visto che non la sono, ma con quello della "turista" con un normalissimo senso del bello e del brutto. Premesso che le cose perfette e impeccabili non mi entusiasmano, un pizzico di abbandono e fatiscenza secondo me rendono i luoghi più affascinanti, ma da qui alla sporcizia, la trascuratezza totale e gli obbrobri ce ne corre parecchio. Per gli aspetti più belli vi consiglio quindi di procurarvi quella cartina (in Comune o Provincia) qui descrivo invece quelle che secondo me sono davvero delle brutture inaccettabili.

Dappertutto al posto delle ringhiere d'epoca ci sono orribili ringhiere simil ferrotubi, davvero agghiaccianti,ma chi le ha fatte mettere?Chi era sindaco,che assessori c'erano e dov'erano le famose Belle Arti?







Tutte le aiuole sono invase da ortiche ed erbacce, un comune che non riesce nemmeno a levare la rumenta dalle strade figuriamoci se ripulisce le scalinate ma i cittadini che ci abitano non potrebbero mettersi d'accordo e ripulire tutto?Basterebbe mezza giornata!Sinceramente questa mentalità dell'assistenzialismo estremo non riesco a capirla, un minimo di autogestione ogni tanto non guasterebbe




Anche i cittadini ci mettono del loro:orrendi palazzi con infissi in alluminio,reti ombreggianti o siepi di rampicanti di plastica (ma non possono comprarsi delle piante vere?) erbacce alte un metro nei giardini, detriti, ma questa non è la zona residenziale, non ci vive la spezia bene? Una volta i ricchi almeno avevano buon gusto, evidentemente il berlusconismo ha creato una genia di nuovi ricchi totalmente priva di senso estetico











Molto sporco dappertutto, evidentemente qua gli operatori ecologici non arrivano e quelli che vivono lì si guardano bene dal prendere in mano una ramazza per ripulire il suolo pubblico, mica è casa loro!L'unica scalinata in buone condizioni, perlomeno pulita e decorosa,è la Quintino Sella, sarà perchè c'è la chiesa del Sacro Cuore? Solo loro si occupano del patrimonio artistico?


Ora per andare al castello, fiore all'occhiello della città, c'è l'ascensore (una mostruosità anche quello però vabbè) ma se a qualcuno meno pigro saltasse in mente di andar su per la scalinata lo spettacolo è davvero indecente, è la più sporca, disastrata, rumentosa di tutte, un vero delirio!







La prossima settimana cominciano ad arrivare le navi dei croceristi e siccome in questa città l'amministrazione deve sempre farsi bella col lavoro degli altri, tutti i bar, i ristoranti e i negozi saranno aperti, la mattina e il pomeriggio, anche se non ci guadagneranno nulla dato che sulle navi c'è già di tutto e di più. C'è da augurarsi che i turisti non abbiano troppa voglia di girare per la città e non si allontanino dal salotto buono (che si spera verrà almeno sgombrato dalla spazzatura) perchè il resto è in queste condizioni. Basterebbe così poco per rendere decorosa e piacevole alla vista la nostra città, invece si preferisce progettare megamostruosità e lasciare quel che c'è al totale abbandono.










                                         https://www.facebook.com/events/523506611029251/